Tano Festa / Nicolò Tomaini. Finestre sul male


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In Umbria, alla Rocca di Umbertine, fino al 2 ottobre le opere di Tano Festa e Nicolò Tomaini si confrontano nella doppia mostra personale “Finestre sul Male”, realizzata a cura di Giorgio Bonomi, Filippo Mollea Ceirano e Raffaele Soligo e organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Umbertide in collaborazione con A. C. Studio Soligo di Roma. 
L’elemento più evidente del confronto tra i due artisti, cronologicamente e stilisticamente distanti tra loro, consiste nel fatto che entrambi si servono del prelievo di elementi di realtà per dare contenuti alle loro opere.

Tano Festa, Finestra dipinta

Certamente in questo c’è l’eco dell’objet trouvé di Duchamp il quale prendevano oggetti della quotidianità, come ora le “persiane” di Festa o gli elementi informatici di Tomaini e con piccoli interventi li rendevano “opera”.
Tano Festa (Roma, 1938-1988) operava in un periodo in cui ancora il concettualismo radicale non aveva preso piede, così non può non essere “pittore tradizionale”, ma per il suo prelievo di realtà materiali “ricostruisce” l’oggetto quotidiano e in questo si comporta come i pop artisti americani che non usavano oggetti reali ma il loro rifacimento.
Nicolò Tomaini (Bellano-LC, 1989) prende vecchi quadri, pezzi di cartoni d’imballaggio come elementi essenziali del suo lavoro che consiste nell’apporre sulle figurazioni elementi informatici, come la cancellazione dei pixel alle immagini computerizzate, o i residui degli imballaggi delle spedizioni delle multinazionali della logistica.

Riguardo alla situazione storica, l’operatività dei due artisti è completamente diversa: l’uno ha vissuto in un periodo “espansivo” in cui l’Italia, e non solo, correva verso il benessere e una sorta di “felicità” mentre l’altro vive in un momento recessivo e critico in cui il rischio della “catastrofe” è reale e non si intravedono tutti gli effetti benefici che le tecnologie potrebbero portare.
Un altro aspetto che, pur nelle differenze, mette a confronto i nostri due artisti è quello del “senso della storia” e specificatamente della storia dell’arte. Così Festa può spaziare nel “prelevare” l’Obelisco di Piazza del Popolo a Roma o il Giudizio Universale di Michelangelo in Vaticano, mentre Tomaini “preleva” vecchi quadri, vecchie cornici.
In mostra sono esposte circa quaranta opere che dialogano in maniera assai suggestiva nelle severe stanze della medioevale Rocca.
A fine mostra sarà presentato il Catalogo, con i testi dei curatori e un’ampia selezione delle opere, molte delle quali ambientate nella mostra.

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