Antonietta Raphaël. Attraverso lo specchio


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Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, fino al 30 gennaio 2022 è esposta una mostra dedicata ad Antonietta Raphaël, curata da Giorgia Calò e Alessandra Troncone e promossa in collaborazione con l’Istituto Lituano di Culturae l’Ambasciata di Lituania in Italia, con il patrocinio del Primo Ministro di Lituania Ingrida Šimonytė.
La figura di Antonietta Raphaël (Kaunas, Lituania 1895 – Roma 1975), esponente di spicco della Scuola romana, viene raccontata attraverso dipinti, sculture e opere su carta, accompagnati da documenti, fotografie di famiglia, lettere e pagine dei suoi diari. Completa l’esposizione una selezione di opere di Mario Mafai, suo compagno di una vita, unitamente a un video documentario inedito realizzato per la mostra.
Il titolo della mostra allude all’attitudine di Raphaël a trasformare la pratica artistica in uno strumento di indagine sul proprio mondo interiore, ed evoca dimensioni oniriche e immaginifiche in cui la figura femminile è protagonista. Lo specchio, inteso come autorappresentazione, sdoppiamento, soglia da attraversare, diventa quindi il filo conduttore di un percorso che esplora la ricca produzione dell’artista, con una serie di nuclei tematici individuati dalle curatrici.
L’autoritratto, pratica che segna tutta la produzione di Raphaël e mette al centro il tema dell’identità esplorata dall’artista attraverso il racconto di sé. Numerosi autoritratti la vedono all’opera con gli strumenti da lavoro, come Autoritratto con tuta blu degli anni Quaranta che introduce lo sguardo “alternativo” dell’artista sul suo lavoro e sulla scultura.

Antonietta Raphael, Autoritratto scrivendo una lettera a Mario, 1942


Femminilità e maternità, concetti-chiave ricorrenti nell’opera dell’artista, che più volte nei suoi scritti accomuna la donna a Dio per la capacità di “creare qualcosa dal nulla”, e che ritornano in chiave più strettamente autobiografica nei ritratti dedicati alle figlie Miriam, Simona e Giulia, le Tre sorelle a cui è dedicata la scultura omonima del 1936, parte della collezione della Galleria Nazionale.
Le origini ebraiche, altra grande presenza nel lavoro dell’artista, tema di numerose opere che offrono nuovi spunti sulla rappresentazione femminile in particolare attraverso le figure di Giuditta e Tamar: eroine bibliche, donne indipendenti e volitive, in grado di declinare grazia e bellezza in forza e combattimento e di sovvertire con le loro azioni un contesto dominato da logiche patriarcali.
Infine, uno sguardo all’entourage dell’artista. Una sezione della mostra esplora i rapporti di Antonietta Raphaël con figure e personalità cruciali della sua epoca: gli artisti Giacomo Manzù, Renato Guttuso, Katy Castellucci, Helenita Olivares, ma anche mecenati e collezionisti che hanno sostenuto la sua pratica. La narrazione della mostra si intreccia così con la struttura aperta e permeabile di Time is Out of Joint, stabilendo connessioni con opere e artisti della collezione della Galleria Nazionale e suggerendo nuove letture dell’opera di Antonietta Raphaël.

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