Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi


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La mostra “Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi”, promossa da: Comune di Vicenza, Fondazione Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Fondazione Teatro Comunale di Vicenza, Accademia Olimpica, Provincia di Vicenza e curata da Stefania Portinari, è allestita nella Basilica Palladiana di Vicenza fino al 13 aprile 2020. I temi della mostra sono l’amicizia femminile, il sogno, il doppio riflesso nello specchio, il rapporto tra il pittore e la modella, donne fiere al punto da divenire feline, la nostalgia di paradisi perduti, ma anche la crudezza della realtà. 

Ubaldo Oppi, Le amiche, 1924, Collezione privata, courtesy Galleria dello Scudo Verona


Dipinti come documenti dell’epoca nei quali abiti bellissimi, gioielli, sogni di esotismo, desideri di viaggi e amori pervadono lo spazio espositivo, in rapporto con l’architettura della basilica palladiana. L’effetto magico, proprio di quella corrente di pittura tra le più affascinanti degli anni Venti ossia quella del “Realismo Magico” in cui la visione della realtà è immersa in un’atmosfera di meraviglia e di attesa, che in Italia è affiancata dalle ricerche degli artisti riuniti nella definizione di “Novecento Italiano”, che declinano la loro arte evocando anche memorie della classicità e del Rinascimento, rievoca quegli Anni Venti in cui, come scrisse la prima critica d’arte donna, la potente Margherita Sarfatti, “la pittura appare tra tutte l’arte magica per eccellenza”. 
Le signore ritratte offrono sguardi magnetici agli artisti che stanno promuovendo l’arte più nuova, all’insegna di una ‘classicità moderna’. Sono presenti in mostra: Felice Casorati, Mario Sironi, Antonio Donghi, Achille Funi, Piero Marussig, Mario Cavaglieri, Guido Cadorin, Massimo Campigli e, naturalmente, Ubaldo Oppi (Bologna 1889 – Vicenza 1942). Oppi, cresciuto a Vicenza ma formatosi tra Vienna, Venezia e Parigi, ha un immediato successo in mostre importantissime, anche nella Milano e nella Roma dei primi anni Venti, dove viene ‘scoperto’ da Margherita Sarfatti e Ugo Ojetti. I suoi dipinti ci rivelano lo sguardo attraverso cui scorrono in mostra una costellazione di ritratti dei maggiori artisti che sono stati suoi amici e avversari in esposizioni strabilianti, dal Salon d’Automne di Parigi al Premio Carnegie di Pittsburgh, dalla Biennale di Venezia alla mostra di Modern Italian Art di New York.

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