Giorgio Celiberti. La materia della memoria


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Per la consueta, ormai tradizionale, grande mostra autunno-invernale, il MACA, Museo Arte Contemporanea di Acri (CS) propone le opere di Giorgio Celiberti, da domani, sabato 7 dicembre, fino al 23 febbraio 2020.

Giorgio Celiberti, Strada maestra, 1997, affresco su tela, 180×150

La mostra, curata da Anselmo Villata, rientra nel Progetto “Tentazione Calabria, Maca Events”; è promossa, organizzata, realizzata dallo stesso Museo in collaborazione con l’Associazione culturale Oesum Led Icima e con i patrocini di: città di Acri, Regione Calabria Cultura, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, I.N.A.C., Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea.

Sono esposte circa 60 opere, provenienti tutte dallo studio di Celiberti, datate dagli anni Sessanta ad oggi che ripercorrono l’attività del Maestro friulano con una sezione dedicata a Terezin, campo di concentramento della ex Cecoslovacchia che deteneva soprattutto bambini e grandi artisti, celebrando, così, anche la Giornata della Memoria 2020.

Giorgio Celiberti è a tutti gli effetti un testimone del nostro tempo, con la sua esperienza, con la sua conoscenza, con la sua sensibilità che sa trasmettere a noi e ai posteri dei messaggi forti grazie alle sue inopinabili facoltà espressive e comunicative, oltre che tecniche, naturalmente.

La mostra è spettacolare per le opere che la compongono, ossia dipinti, affreschi, sculture principalmente di grandi dimensioni, atte ad amplificare la loro capacità mediatica universale, che non ha bisogno di servirsi di parole o interpreti, perché in grado di raggiungere il pensiero e l’emozione dell’osservatore senza intermediazioni. La materia assume forme e colori che costruiscono inequivocabilmente il messaggio che intendono trasmettere; materia corposa, grumosa o liscia, opaca o brillante, gessosa o metallica, ossidata o lucida, estremamente delineata in una sua propria identità definita in cui rilievi e avvallamenti, luci e ombre, chiaroscuri e forme sono sempre e comunque un libro aperto, evocativo anche nei dettagli.

Celiberti, oltre che aver vissuto gli orrori della Seconda Guerra Mondiale (è nato nel 1929), ha successivamente visitato Terezin, dove tutt’oggi si respira quell’atmosfera di terrore e di grandi sofferenze, ma dove i bambini hanno inciso sui muri i loro messaggi di speranza. È questo che il Maestro intende riportare all’attenzione dei contemporanei, sia sui suoi “muri”, riportati a frammenti sulle tele, che sulle sue stele/obelischi fuse in acciaio o in alluminio, perché tutto ciò rimanga indelebile nel cuore di ognuno.

La mostra è corredata da un catalogo edito da Verso l’Arte contenente le riproduzioni delle opere esposte, il testo critico del curatore, Anselmo Villata, i testi istituzionali di presentazione.

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