Andy Warhol a Jean-Michel Basquiat. Dalla Pop Art alla Street Art


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©Anton Perich, Basquiat

Nata dalla collaborazione tra Mantova Outlet Village e ONO arte contemporanea e curata da Daniela Sogliani, la mostra fotografica “Andy Warhol a Jean-Michel Basquiat. Dalla Pop Art alla Street Art” è aperta da ieri e fino al 5 marzo prossimo appunto al Mantova Outlet Village di Bagnolo San Vito (MN).

La mostra, visitabile a ingresso libero, è composta da 36 fotografie in diversi formati.

Andy Warhol, dopo aver studiato arte pubblicitaria nel corso degli anni Cinquanta ed aver capito l’impatto che poteva avere sui media e sul pubblico, nel decennio successivo sarà uno degli artisti che rivoluzionerà per sempre il mondo dell’arte, facendosi portatore di un’idea di estetica “bassa”, che doveva necessariamente uscire dai musei e fondersi con il mondo massmediatico e soprattutto con il grande pubblico.

Concetti come la serialità, l’esposizione di sé, la ripetizione e il prodotto di fabbrica diventano le chiavi di volta per leggere la Pop Art. Warhol era riuscito insomma a campionare la maggior parte delle icone della musica, della moda e dello star system in generale, arrivando ad offrirci quasi un compendio dei vari prodotti della pop culture, che proprio in quegli anni sta raggiungendo il suo apice. Ma quella stessa cultura popolare Warhol non si accontenta di prenderla “già fatta”, dal di fuori, ma vorrà contribuire lui stesso a crearla. Così nasce la Factory, paradiso artificiale di sperimentazione che aveva aperto i battenti all’inizio degli anni sessanta ed era stata una vera e propria fucina di talenti e macchina di creazione di “Superstar”.

Andy Warhol, NYC Portrait ’83

Successivamente avviene l’incontro con un altro grande artista, Jean-Michel Basquiat. La sua attività come graffitista era iniziata nel 1977. All’epoca Basquiat aveva 17 anni e insieme all’amico Al Diaz inizia a realizzare graffiti per le strade di New York firmandosi come SAMO, acronimo di “SAMe Old shit” (letteralmente sempre la stessa merda). Nel 1978, dopo aver lasciato gli studi, comincia a guadagnarsi da vivere vendendo delle cartoline illustrate da lui. E sarà proprio questa attività a farlo notare da Andy Warhol che, avvicinato in un ristorante di SoHo comprerà alcune delle sue opere.

Dopo aver frequentato per anni gli stessi locali, frequentati anche da Madonna (con la quale avrà una relazione) e da Keith Haring, con il quale stringerà un’amicizia che durerà fino alla morte, sarà proprio Warhol che lo aiuterà a sfondare nel mondo dell’arte, attraverso il trampolino di lancio che all’epoca era la sua Factory. I loro rapporti si intensificano al punto da iniziare a lavorare fianco a fianco nella produzione di alcune opere a quattro mani, in cui Basquiat inseriva tratti espressionisti, slogan e scritte. Una pittura istintuale e primitiva che si andava a miscelare a quella serigrafica, seriale di Warhol. Il loro rapporto era diventato quasi simbiotico, ma come spesso accade, due caratteri così dominanti, non saranno destinati a durare a lungo. Quando Warhol muore nel 1987, Basquiat ne sarà profondamente toccato. Da molti considerato il padre della Street Art insieme a Keith Haring, è stato colui che ha saputo portare alla ribalta il graffitismo e ha chiuso l’epoca d’oro dell’arte contemporanea che negli anni ’90 sposterà il proprio epicentro da New York a Londra.

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Informazioni su Anselmo Villata

Caporedattore dell'Agenzia Stampa Verso l'Arte, Vice Presidente Internazionale dell'Associazione Internazionale dei Critici d'Arte, Docente presso la 24Ore Business School e presso la Giunti Academy, Curatore, Critico d'Arte, Saggista, Cultural manager e Cultural planner orientato alla promozione e alla valorizzazione dei Beni Culturali con un'ottica all'interdisciplinarità e alle collaborazioni internazionali.

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