Insurrezioni dello sguardo


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Presso la Pinacoteca Civica “Graziano Campanini”, Polo culturale “Le Scuole” di Pieve di Cento (BO), fino al 28 luglio è aperta la mostra collettiva “Insurrezioni dello sguardo”, realizzata a cura di Guido Molinari che riconferma la collaborazione tra l’Accademia di Belle Arti di Bologna e la Pinacoteca, inserita all’interno del polo culturale “Le Scuole” di Pieve di Cento. Le due Istituzioni hanno siglato una convenzione triennale che prevede una proficua condivisione di attività e progetti.

Agnese Caleffi, Da sé, 2024, Pelliccia sintetica, lattice, marmo, mastice verniciato, filo di cotone, 50x30x40 cm

L’esposizione, promossa e organizzata dal Comune di Pieve di Cento e dall’Unione Reno Galliera, coinvolge studentesse e studenti iscritti all’Accademia di Belle Arti di Bologna, che propongono opere afferenti a diversi ambiti. Sono esposte realizzazioni grafiche attinenti all’ambito del fumetto e sculture polimateriche e policrome. I giovani talenti provengono, in particolare, dal Biennio di Scultura (Lorena Bucor, Sara Cortesi), dal Triennio di scultura (Matteo Beneduce, Agnese Caleffi, Cosimo Chirico, Elysee Farazmand, Tunancagan Havrandere), dal Biennio di Linguaggi del Fumetto  (Diandra Cannata, Icaro, Alice Marchi, Susanna Quartesan, Vittorio Renzi, Francesca Sfondrini), e dal Triennio di Fumetto Illustrazione (Grazia  Bacchetti, Francesca Benzi, Bennu Cordone, Dayla Ottani, Julius Albert Reboldi, Miriam Tomis). Il titolo “Insurrezioni dello sguardo” focalizza l’attenzione sul dialogo tra l’artista e il pubblico in quanto uno dei principali tratti distintivi dell’arte: lo sguardo libero dell’artista si confronta con lo sguardo aperto e disponibile di chi osserva e valuta. È attraverso questo scambio che l’arte evolve e si trasforma, poiché entrambe le parti sono chiamate a superare i confini convenzionali e ad abbracciare la diversità e l’innovazione. L’accettazione della novità può essere un processo talvolta destabilizzante per gli spettatori, poiché li costringe a mettere in discussione le proprie certezze e ad accogliere il cambiamento. Ma è attraverso questo dialogo dinamico che l’arte continua a esplorare i confini e a mostrare nuove prospettive sul mondo che ci circonda. Ugualmente, la scelta di mettere a confronto le opere di scultura contemporanea con l’arte ampiamente storicizzata all’interno degli spazi della pinacoteca rivela un’intenzione di esplorare i legami intrinseci tra le diverse epoche. Ogni opera, sia essa antica o contemporanea, riflette le idee e le aspirazioni del suo tempo, fungendo da specchio per la società e la cultura in cui è stata creata. In questo contesto, il confronto proposto diventa un’opportunità per i visitatori di cogliere le similitudini e le divergenze tra diversi periodi. Pertanto, la pinacoteca diventa un luogo d’incontro tra passato e presente, dove il confronto arricchisce la comprensione dell’arte nel suo complesso. In questo dialogo dinamico, le opere d’arte diventano ponti che collegano le epoche e le culture, rivelando la persistenza e la vitalità dell’arte attraverso i secoli.

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