La mano nel Sacco


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Xing e Pinacoteca Nazionale di Bologna presentano “La mano nel Sacco”, performance di Silvia Costa e Nicola Ratti, commissionata dalla Pinacoteca e prodotta da Xing.
La performance ha generato un’installazione temporanea che sarà visibile nella sala dedicata agli affreschi di Mezzaratta fino a domenica 5 novembre.

La mano nel Sacco, Pinacoteca nazionale, Bologna

La mano nel Sacco è un’azione performativa che nasce per un luogo che custodisce la memoria del passato. Attraversa la Sala degli Affreschi e la stanza delle Sinopie che, come un’anticamera magmatica in formazione, si apre sulla grande sala dedicata a Mezzaratta, in un movimento d’incontro tra due temporalità: l’una stabilizzata, verticale; l’altra precaria, orizzontale, quella che gli esseri del presente sovrappongono. La mano nel Sacco è un percorso in prospettiva in cui pubblico e performer avanzano fisicamente e mentalmente, per strati, come il processo visibile sui muri.

“Percependo la violenza dello strappo delle immagini dai loro supporti originali, La mano nel Sacco assume lo stesso principio formale nei gesti estranei, barbari, per riempire i buchi, le mancanze, riaccendere un dialogo sepolto. Il corpo performativo se ne appropria: Il suono si deposita nello spazio mentre la geografia sonora avanza.
Entriamo a passi felpati in un luogo di osservazione silenziosa. Entriamo come ospiti tra questi muri che ergono davanti a noi vedute verticali, narrazioni frammentate. Una rappresentazione densa di anonimi volti, antichi e temibili. Tre performers e un musicista si insinuano tra il loro ritmo, tra un quadro e l’altro. Attraversano lo spazio come una scrittura, da sinistra a destra. Si fanno cogliere nell’atto di specchiarsi con selvaggia vanità in quelle pose di mani ossute, che reggono teste, spade, rami, in quegli sguardi dalle pupille piccole e acute. Rispondono con barbarismi a voci cristallizzate per sempre, per riattivare nel presente il segreto di quelle figure, tirarlo giù dai muri, deporlo a terra, per appropriarsene e metterlo nel sacco.” (Silvia Costa)

Nell’installazione successiva non restano immagini complete dell’attraversamento performativo. Tutti i contorni della vita della performance – le opere realizzate dall’artista visivo Nicola Martini insieme al resto degli oggetti di scena – resteranno esposti secondo una drammaturgia spaziale e visitabili durante l’arco di un mese, in un dialogo continuo con le opere esposte nelle sale della Pinacoteca Nazionale di Bologna.“Proprio come una sinopia, solo i profili delle cose rimangono a ricordarci che un dopo c’è stato. C’è già stato. Le ombre dei tre corpi giaceranno deposti a terra attraverso il profilo dei loro costumi. Un costume-corpo a guardia di ogni stanza. Insieme a loro in una composizione precisa, si poseranno gli oggetti che saranno stati usati, toccati, spostati. I fili che li hanno uniti in tocchi e azioni saranno tesi tra le stanze, a mostrare la memoria delle linee dei loro percorsi. I suoni saranno diffusi nella sala delle Sinopie senza che se ne veda la fonte, come un’eco dello spazio stesso.“ (Silvia Costa)

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