Eclettica! / Patrizia Mussa / Ettore Fico


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Il Museo Fico di Torino propone, fino al 18 dicembre prossimo, tre mostre in contemporanea: Eclettica! Una collettiva sui generis per celebrare i 12 anni del “Premio Ettore e Ines Fico”, Patrizia Mussa. Photopastel, Ettore Fico. Gli anni Settanta.

La mostra collettiva Eclettica coinvolge le diverse collezioni conservate nei suoi depositi: il lascito Luigi Serralunga, il fondo di opere di Ettore e Ines Fico, la Donazione Renato Alpegiani, le collezioni dei Premi del MEF, destinati ai giovani artisti e, infine, a una parte della collezione del Museo costruita negli anni della sua esistenza.

Ettore Fico, Girasoli secchi, 1970

Nessuno dei collezionisti aveva mai pensato a questa “riunione” museale che avrebbe generato un grande viaggio ancora oggi in divenire. Le opere esposte sono state selezionate in modo indipendente in un secolo di storia e hanno punti in comune che si attraggono in modo magnetico per similitudine, assonanza ma, anche, per opposizione.
Il percorso espositivo, che si snoda nelle sale al piano terra e al primo piano del museo, comprende oltre 100 opere di altrettanti artisti, suddivise in stanze e 7 sezioni, e avvicina lo spettatore a tematiche e a ricerche molto diverse.
Il Museo propone, nella project room, i Photopastel di Patrizia Mussa. In mostra una serie di immagini di architetture auliche (Reggia di Caserta, Museo di Palazzo Grimani) e teatri storici (La Scala, la Fenice, il Teatro Farnese). Ogni fotografia viene prima stampata, quindi colorata a mano in modo pressoché impercettibile, ma significativo, con pastelli e acquerelli. L’artista costruisce così una visione che esalta la plasticità del luogo ritratto conservandone le caratteristiche architettoniche primarie.
Una terza mostra è dedicata alle opere pittoriche degli anni Settanta di Ettore Fico. Questa personale fa parte di un ciclo di approfondimento che il Museo dedica periodicamente all’artista piemontese.
Sono esposti lavori in cui Fico abbandona l’astrazione per una pennellata più fluida unita a un nuovo geometrismo lirico dai toni squillanti, espressi in campiture monocromatiche e suddivise per “ritagli” ben delimitati come in un collage post-cubista.

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