Freaks *


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Non sono io! Siete Voi? Non ti sembra appropriato questo mio titolo? Ah, pensate di essere esenti da qualsiasi peccato? cattiveria, insensibilità? Oh sì, lo vedete ed è per questo che siete penitenti, ogni tanto. Ah, Ah. Stasera sono in Blu, disteso, col corpo di un bianco cadaverico proprio per non vedervi quando entrate e bisbigliate: “Tizio assomiglia a quello; Caio a quell’altro. Ah, guarda, non assomiglia a Sempronio?!”  E così via in quella sequela di pareti alla Lombroso. Ha la testa come quella di un delinquente. Il naso di quell’altro, le orecchie di lui, il Ligabue ! E la famiglia? Ti ricordi i parenti di Alfonsina? O i fratelli gemelli dell’Antonietta? Oh sì, lo so, potevo chiamarli Shining, o It, o come Horror Show, ma sono tutti miei fratelli e amici, come potevo dare loro nomi e porli in situazioni aberranti? Anche Diane Arbus (*) me ne ha parlato quando girava attorno ai Circhi in cerca di gente strana. Come sai, negli anni Cinquanta, attorno al circo si radunava gente strana, appassionata di animali e di nani.

Giordano Floreancig, Freaks, olio su tela, 2019

Chi andrebbe alla domenica a vedere nani e ballerine nane se non per lussuria e cupidigia? e gli animali esotici così strani coi i loro sessi pendenti? solo gente malata, ti pare? Ecco, la Arbus andava in giro cercando di costoro che spesso erano proprio dei Freaks (deformati) che si esibivano al Circo. Oh sì, ho tentato di dare loro attualità. Alcuni amici, musicisti e poeti, si sono ispirati vedendo in loro gli Ultimi, i Diseredati, ma pure i “potenti signori” delle nostre vite. Ma, come vedi, le scie di giallo e blu che si dipartono dai loro volti non sono segni che “incido” a spatola per abbellirli, bensì sono le scie lasciate dalle percosse, dalle botte, dai pugni che spesso essi prendono. Le sberle della vita! Ecco perché il loro sguardo è incerto. Inebetito, direi. Sì, inebetito! Sbalordito per quel che gli succede. Vedi la fila com’è incantata e si pone domande, mentre io qui giaccio in attesa di esser rimosso. Nel mentre ti racconto questa storia: Non sono io! Ma direi proprio a questo punto che Siete Voi!! Oh sì, ho cercato di tenere lontano la letteratura di Poe, di Lee Masters con Spoon River, e di Fabrizio De André con la sua “un nano/è una carogna di sicuro/perché ha il cuore troppo/troppo vicino al buco del culo! Tu vedi dei corpi nei miei quadri?! Il corpo è secondario, è inutilmente tribolato, contorto o distorto. Qui non sei in Kill Bill di Tarantino. Qui c’è Tod Browning quello che ci ha detto e fatto vedere  la diversità, e che il male è dentro di Noi con Freaks (1932)! Ecco allora spiegato il perché di questi sguardi allucinati. Del perché io lavoro sul personaggio, sul suo essere, sulla sua forma per andare oltre lo sguardo, oltre la forma, dentro ai suoi vizi ed alle sue virtù, se ce ne sono. Se non ricordo male c’era un altro che, come me, si guardava attorno e scriveva dell’India senza averla mai visitata: Salgari. Mi pare scrisse la Vendetta dei Tughs. Io guardo dentro di Noi e di Voi e vedo altro. E credetemi non è un dono, anzi. Questo malessere lo devo estrapolare e dargli vita come nei riti Vudù, fintanto che staccatosi da me Egli, personaggio, appartiene a Te, a Noi, a Voi, ad Essi. Questa è la Vendetta dei Freaks, la mia di vendetta! E come direbbe Shakespeare: The full circle (Il cerchio completo. Chi è colui che mi può dir chi sono?).

Note:

(*) Freaks: termine che in maniera notevolmente cruda definisce, nella lingua inglese, persone con gravi deformità fisiche

(*) Diane Arbus (1923+1971). Nella maggior parte dei suoi ritratti i soggetti si trovano nel proprio ambiente, apparentemente a proprio agio; invece, è lo spettatore che è messo a disagio dall’accettazione del soggetto del proprio essere “freak”.

Mostra: FREAKS, di Giordano Floreancig, a cura di Boris Brollo presso: Bolzicco Arte – FAI ARTE, Castaldi – AIAP. Art Agency, Portogruaro (VE), fino al 13 luglio 2022

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