Alberto Biasi. Tuffo nell’arcobaleno


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Il Museo dell’Ara Pacis di Roma è la sede della mostra dedicata ad Alberto Biasi (Padova, 1937), fino al 20 febbraio 2022, promossa e prodotta da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Il Cigno GG Edizioni con la collaborazione dell’Archivio Alberto Biasi e organizzata da Il Cigno GG Edizioni con Villaggio Globale International, con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura e il supporto di Studio d’Arte GR.
La mostra è curata da Giovanni Granzotto e Dmitry Ozerkov; è composta da oltre 60 opere provenienti da Musei e collezioni private che vanno dal 1959, quando giovanissimo Biasi forma il Gruppo N a Padova, fino al 2014 e 4 ambienti-istallazioni, che raccontano a tutto tondo l’attività dell’artista incentrata sull’indagine percettiva, attraverso lavori che affrontano poeticamente e scientificamente temi legati alla visione.

Alberto Biasi, La forma del vento, 1999, rilievo in PVC su tavola, cm 100x120x4,5

La mostra è suddivisa in sei sezioni che corrispondono alle differenti tipologie di opere dell’artista e che raccontano il percorso della sua ricerca concettuale. La realizzazione di questi lavori inizia nel periodo precedente il Gruppo N, determinando le espressioni di arte cinetica o di arte programmata e basandosi su fenomeni ottici e luminosi.
Le “trame”, che risalgono al 1959 e rappresentano le prime sperimentazioni dell’artista (in mostra opere del 1959 e del 1960), sono composte da sovrapposizioni di materiali appartenenti alla stessa tipologia, come le garze di cotone, le reti metalliche e le carte forate, impilate e ruotate progressivamente fino a creare costellazioni variabili e progressive. Esistono poi le varianti in lamiera forata, alcune in movimento perché mosse da elettromotore.
Le “torsioni” sviluppano forme geometriche classiche, come rombi, triangoli e quadrati, e sono realizzate con strisce di plastica bifacciali dai colori quasi sempre contrastanti, combinate in modo da creare effetti percettivi cangianti a seconda dello spostamento del punto di vista.
I primi “rilievi” sono del periodo del Gruppo N e le opere in mostra abbracciano gli anni dal 1974 al 2014 che, dal punto di vista costruttivo, sono configurazioni lineari e luminose collocate su due piani diversi distanziati di pochi centimetri tra loro: il fondo strutturale è dipinto o serigrafato e il piano avanzato costituito di lamelle. Illusoriamente le strutture sembrano poste su un unico livello, che si muove mentre la proliferazione d’immagini avviene per via dell’interferenza dei due piani. I “Politipi” sono una continuazione delle “torsioni”; in essi, prevale il cangiantismo per via delle tensioni e deviazioni delle lamelle, ancorate adesso sull’intera superfice dell’opera e non solo ai bordi e al centro. Un’ulteriore evoluzione di questi lavori avviene negli anni Novanta ed è data dall’armonia spaziale che Biasi dà inserendo elementi geometrici e richiami figurali.
Intorno al 2000 Biasi da origine agli “assemblaggi”. Qui, l’artista rielabora la tecnica della pittura acrilica innescando l’evoluzione creativa che dà vita a opere che rappresentano memorie figurali, accompagnate per di più da titolazioni spiritose e sorprendenti.

Gli “ambienti” sono una fusione tra lo spazio dell’opera d’arte e quello dello spettatore. Con questi lavori Biasi ha saputo rapportarsi al pubblico non più trattandolo da semplice fruitore, ma coinvolgendolo nell’esperienza stessa di un’opera d’arte.
La mostra vede come main sponsor Gruppo Euromobil e come sponsor Made in Italy School. Il catalogo della mostra è edito da Il Cigno GG Edizioni.

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