Daiga Grantina. Atem Lehm Fiato e Argilla


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Alla GAMeC di Bergamo è allestita, fino al 29 agosto, la prima personale in un’istituzione museale italiana dell’artista lettone Daiga Grantina (Saldus, Lettonia, 1985), realizzata a cura di Sara Fumagalli e Valentina Gervasoni.
Per l’occasione, l’artista presenta un progetto site-specific pensato per lo Spazio Zero: un nuovo corpus di opere realizzato prevalentemente con piume, legno, inchiostro, siliconi e tessuti che si offre allo sguardo dello spettatore come un insieme di entità scultoree che ne stimolano il sistema percettivo.
“Come possiamo delineare il colore?” si chiede e ci chiede l’artista, che costruisce questa mostra attorno a questa domanda e all’osservazione del colore verde in relazione alla materia e alla luce. Il colore, per Grantina, è infatti strettamente legato a questi elementi, ma anche allo spazio e al movimento. L’artista concepisce il colore come qualcosa di fluido, vibrante, non stabile né statico, e ne indaga l’esperienza non nella sua dimensione simbolica, bensì in quella corporea e mentale.
A segnare questa evoluzione è il dialogo con lo spazio architettonico in cui inserisce i suoi paesaggi scultorei. Uno spazio che Grantina intende ora contenere, assorbire, e in cui geometria e disegno diventano grammatica dei suoi “gesti” (così l’artista definisce le proprie opere scultoree), traducendo la percezione dei materiali eterogenei di cui si compongono le sculture in una dimensione eterea.
A caratterizzare lo spazio è l’opera murale che cinge la sala e che si configura come una struttura aperta. Una linea composta da unità quadrate di colore, disegnate o riempite di piume iridescenti blu e verdi, o costituite da legno dipinto, organizzata come una partitura musicale, che può vibrare, assorbendo e rilasciando diverse frequenze di colore e luce. Si delinea così uno spazio di risonanza in cui il visitatore è invitato a seguire la linea come se stesse guardando le increspature della superficie del mare che si scontrano contro gli elementi lignei, disposti con l’intenzione di favorire una serie di variazioni e movimenti attraverso l’”evento” di colore indotto dalle piume.

Daiga Grantina, Atem Lehm Fiato e Argilla

Atem, Lehm “Fiato e Argilla” volge uno sguardo anche alle produzioni precedenti di Grantina, come Around Green (2020) o What Eats Around Itself (For Rilke) (2019), ponendo però nuovi accenti sui rapporti spaziali di pieno e vuoto e su proprietà ottiche come l’iridescenza. Dalla corporeità vagamente biomorfa di Around Green, l’artista approda alla forma geometrica del quadrato, non esistente in natura se non nelle forme cubiche e compatte dei cristalli di sale.
Il titolo della mostra riprende un verso della poesia In der Luft, da bleibt deine Wurzel (“In aria, lì resta la tua radice”) di Paul Celan, per il quale il respiro è solitamente inscritto nella materia e nelle forme naturali; anche per Daiga Grantina il “fiato” che attraversa lo spazio espositivo, muovendo la materia e facendola vibrare sino a dissolverne i contorni, si radica in essa e nell’esperienza fisica che unisce percepente e percepito, emozione e percetto. 
La mostra è parte di una serie di iniziative realizzate con il supporto del Club GAMeC, l’associazione degli amici del museo che dal 2005 sostiene le attività della Galleria, volte a promuovere la ricerca artistica contemporanea in tutte le sue forme.

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