Giorno dopo giorno


Stampa
Simon Troger, InCubus

Simon Troger, InCubus

Fino all’8 gennaio 2017, negli spazi espositivi della Calandra Arte Contemporanea di Ispica (RG), è esposta la doppia personale “Giorno dopo giorno” dedicata a Tamara Marino e Simon Troger, a cura di Andrea Strano, che propone installazioni relative ai progetti “My name in the world” della Marino e “inCubus” di Troger.
Tamara Marino, ragusana, dopo gli studi all’Istituto d’Arte “Salvatore Fiume” di Comiso e all’Accademia di Belle Arti di Catania, ha conseguito la specializzazione in Scultura a Carrara lavorando al contempo in uno studio di artisti. Nelle sue opere, contamina le tecniche del disegno e della scultura con i nuovi linguaggi performativi, fotografici e musicali, su un piano sperimentale e sensoriale.

Il progetto “My name in the world” è nato nel 2012, quando l’artista ha contattato attraverso i social networks e riunito in un gruppo virtuale i propri omonimi (diciotto donne e un uomo) da tutto il mondo. Da questo flusso di immagini e informazioni sono nati dei ritratti di volti in terracotta bianca e schede personali.
Simon Troger, originario della provincia di Bolzano, ma ragusano di adozione, si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Carrara, specializzandosi nella Scultura. Ha partecipato a simposi di scultura monumentale in Germania, Austria, Italia aggiudicandosi premi e riconoscimenti. Nel 2012 ha fondato Glurns Art Point, un gruppo di Arte contemporanea composto da giovani artisti. Allo stesso anno risale la collaborazione artistica con Tamara Marino. La sua ricerca si sviluppa sull’analisi del rapporto tra uomo e ambiente, idea e concretezza, utopia e distopia.

“InCubus”, in particolare, analizza criticamente il modo di vivere la vita dell’uomo occidentalizzato: un robot umano auto-programmato a eseguire ordini impartiti da falsi miti veicolati da slogan e immagini seducenti. Tutto si traduce in tecnologia e codici alfanumerici, ed è così che l’uomo di conseguenza organizza pensieri e azioni. Le sue installazioni – cubi seriali formati da gabbie reticolari di legno che includono gli “uomini perfetti” in legno combusto – esprimono il duplice significato di cubo-gabbia e di incubo. Esse, spiega, “parlano del mondo effimero, in cui la corsa verso il grado di perfezione ideale raggiunge un livello di autodistruzione inconsapevole, dove volere e avere costituiscono i piani verticali e orizzontali di una gabbia insormontabile e in crescita esponenziale”.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *