Elogio della Mitezza


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Elogio della mitezza

Gli artisti Maria Elisa D’Andrea, Maria Antonietta Scarpari, Giorgio Staffolani, Ashraf Fayadh, presentano le loro opere nella mostra “Elogio della Mitezza”, allestita presso la Pinacoteca Comunale P.Tacchi-Venturi, Palazzo Manuzzini di San Severino (MC) fino al 30 settembre.

Il concetto della mostra riprende il saggio di Norberto Bobbio “Elogio della Mitezza”, che tratta argomenti dalla sfera politica, frustrata e contaminata dal suo decadimento, alla filosofia morale.

La mostra, realizzata a cura di Camilla Boemio, è promossa dall’Assessorato della cultura del Comune di San Severino e dalla direzione della Pinacoteca Comunale P.Tacchi-Venturi ed è parte del programma dell’estate di San Severino.

La mitezza è una virtù debole, propria di chi non ha potere, e al tempo stesso potente, poiché anticipa un mondo migliore su questa terra. La mostra sviluppa una narrazione efficace illustrando le diverse pratiche artistiche di quattro artisti la cui ricerca è profondamente legata ad un rigore ed a un virtuosismo del linguaggio d’arte. Le opere, in parte realizzate appositamente per la mostra, sono di diversi materiali: dalle installazioni di filo e lana alle installazioni sonore, ai quadri, ai disegni che dialogano con le fotografie.

Ha partecipato alla realizzazione della mostra lo Studio Camerlengo, Cartechini Infissi e Fgroup e lo sponsor tecnico Filoni 1950, mentre la graphic design della mostra è curata da Gabriele Mizzoni.

Maria Elisa D’Andrea usa i fili per esprimersi artisticamente. Nel suo lavoro il filo riguarda l’attesa. Attesa come condizione drammatica dell’esistenza, legata alla cura, alla malattia, alla sofferenza psichica. Attesa come situazione di passività, di pazienza, di abbandono allo scorrere delle cose. L’intreccio del filo rimanda alla nascita, alla creazione. Il taglio del filo, quando l’opera è finita, rimanda al taglio del cordone ombelicale, all’inizio della vita, che è anche l’inizio della morte.

Maria Antonietta Scarpari, anconetana, è un artista che realizza pitture e installazioni di matrice concettuale ma anche di notevole lirismo. Sono stati scelti due grandi quadri per la mostra.

Giorgio Staffolani, osimano, sceglie invece il suono per esprimersi. Il suono è presente anche negli abissi marini, ed è un linguaggio versatile che accomuna: arte, musica, e scienza. Staffolani ha effettuato una performance il giorno dell’opening e ha realizzato un’installazione site specific composita di disegni con rimandi a scenari di un alfabeto visuale.

Ashraf Fayadh è artista e poeta di origine palestinese che ha realizzato per la mostra in pinacoteca un’opera composta da delle foto nelle quali descrive il paesaggio non in modo rigoroso; ma fondendo un senso profondo di poesia ed elegia.

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