Primo Tamagnini. Mirabile avventura d’arte


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Il Museo di Palazzo Pretorio di Prato ospita, fino al 28 luglio, la mostra “Tamagnini. Mirabile avventura d’arte”, a cura di Giulia Ballerini: l’omaggio ad un artista che torna protagonista nella scena espositiva della città dove ha sempre vissuto e lavorato.

Primo Tamagnini, Ferro 60x60x150 cm, Mirabile avventura d’arte, Museo di Palazzo Pretorio, Prato

“La mostra dedicata a Primo Tamagnini inaugura una rassegna dedicata a tre artisti contemporanei pratesi – di nascita o di adozione – non più giovani, che attraverso le loro espressioni artistiche hanno contribuito a rendere la nostra città più ricca di colori, segni, volti, paesaggi” spiega Rita Iacopino, direttrice del Museo di Palazzo Pretorio. “La mirabile avventura d’arte di Tamagnini stupisce per la vivacità delle composizioni e la freschezza dei colori, evocativi, ma anche realmente costruiti grazie ad assonanze e percezioni, sempre veri e, dopo tanta vita, pienamente consapevoli”.

Commenta Giulia Ballerini, curatrice della mostra: “Tamagnini è un vero artista, che ha fatto dell’arte la sua scelta di vita, e l’ha fatto scegliendo Prato come luogo in cui vivere e lavorare. È significativo che il museo della città renda omaggio ad un artista maturo che tanto si è legato a Prato: il mio intento è stato quello di mettere in evidenza l’inedita e più recente produzione, ma al contempo ricostruire in una sala retrospettiva l’evoluzione del percorso artistico di Tamagnini, la maturazione della sua ricerca sul segno.”

In due sale al piano terra del Museo, la mostra accoglie un nucleo di trentadue opere che coprono l’arco temporale della lunga carriera di Primo Tamagnini: le creazioni degli ultimi venti anni, tra le quali alcune realizzate di recente, e una retrospettiva di tutte le fasi attraversate dall’artista dagli esordi fino al 2010 circa. Il percorso espositivo dedicato all’artista dal Museo di Palazzo Pretorio evidenzia il lirismo delle origini rappresentato dagli olii su tela degli anni Settanta, delicati e già sintomatici della sua sussurrata poetica, insieme agli splendidi polittici e alle opere “segno come colore e forma” della fase più matura tra gli anni Ottanta e Novanta. Non mancano alcune installazioni metalliche, che testimoniano la continua crescita stilistica di Tamagnini, in cui gli elementi cuneiformi dei dipinti si traducono in cunei più affilati e appuntiti sotto forma di scultura. In mostra infine un ampio nucleo di opere del periodo attuale, inedite e finora mai esposte; la sperimentazione artistica di Tamagnini ha raggiunto in questi anni, soprattutto negli ultimi mesi, uno dei momenti più alti e suggestivi: in pieno fervore creativo, è tornato alla pittura astratta, al naturalismo sintetico, come forma prediletta ma ancora una volta rinnovata e variata nell’espressione finale.

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