Il Museo Novecento di Firenze annuncia due grandi progetti espositivi dedicati all’artista tedesco André Butzer (Stoccarda, 1973), entrambi fino al 9 giugno prossimo, a cura di Sergio Risaliti: “Liebe, Glaube und Hoffnung” (Amore, fede e speranza) al Museo Novecento e “… und der Tod ist auch ein Leben”(…e anche la morte è una vita), al Museo Stefano Bardini.
La mostra, nella sua duplice articolazione, consente di approfondire l’intera parabola artistica di André Butzer, la cui pratica prende avvio da un’originale commistione tra l’espressionismo europeo e la cultura popolare americana. Al fianco di nomi quali Jawlensky, Munch e Kirchner, nella biografia e nella formazione artistica di Butzer rivestono un ruolo fondamentale anche Henry Ford e Walt Disney, ai quali a loro volta è necessario associare, inoltre, la lezione di Cézanne e Matisse, pittori francesi fondatori del modernismo in arte e ammirati dall’artista fin dalla gioventù.
“Liebe, Glaube und Hoffnung”, ospitata nelle sale al piano terra del Complesso delle Ex Leopoldine, prende ispirazione dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi (13:13) e riunisce circa 25 opere che testimoniano l’intera carriera dell’artista, che oltre al disegno e alla pittura e si è dedicato anche alla poesia.
La selezione delle opere, effettuata insieme a Butzer, vuole presentare l’interconnessione tra il lavoro passato e presente dell’artista, mettendo in luce la centralità e la ricorrenza di alcune tematiche a lui care, così come i dualismi tra vita e morte, speranza e disperazione, verità e falsità, tipici della tensione continua e antitetica delle sue opere, che in mostra crea un tessuto denso di legami e rimandi.
La selezione è inoltre arricchita da alcune opere inedite, realizzate appositamente per la mostra al Museo Novecento. In particolare, l’artista ha realizzato la grande tela Ohne Titel (Sternenmadonna) (Madonna delle stelle), collocata nello spazio destinato originariamente alla pala d’altare all’interno della ex cappella dell’edificio. “… und der Tod ist auch ein Leben”, titolo che prende ispirazione dalla poesia “Nel bel blu” (1808) di Friedrich Hölderlin, tra le preferite dell’artista. Anche questa mostra si inserisce nell’eccezionale ciclo espositivo che, a partire dal 2016, si è posto come obiettivo la creazione di un dialogo tra il museo fiorentino e alcuni tra i più importanti artisti contemporanei, da John Currin a Glen Brown, da Ali Banisadr a Rachel Feinstein e recentemente Nathaniel Mary Quinn.
La mostra nasce da un nucleo di opere realizzate dall’artista a seguito di una visita al museo e alla collezione del connoisseur e mercante d’antiquariato Stefano Bardini. La serie di 22 dipinti del 2022 presenta il dialogo tra l’artista e il Museo Stefano Bardini.
La sala conserva una ricca raccolta di Madonne in terracotta, tra cui alcuni capolavori come la Madonna dei Cordai e la Madonna della Mela di Donatello. La collezione raccoglie la produzione delle più attive e importanti botteghe fiorentine del Quattrocento, da Verrocchio a Jacopo della Quercia, da Ghiberti a Desiderio da Settignano. La disposizione delle terrecotte sulla parete è ordinata e simmetrica, con un allestimento monotematico ed unitario che si riflette nei ritratti realizzati dell’artista tedesco e nella resa degli allestimenti in mostra. La serialità delle terrecotte quattrocentesche, in cui la variazione da opera ad opera è affidata più alla gamma cromatica che alla variazione dell’iconografia, si misura con le figure dai volti cartooneschi, i capelli biondi e lo sfondo monocromo dei ritratti di André Butzer.
Il confronto con la ritrattistica della collezione del Museo prosegue in maniera serrata anche nella sezione della mostra allestita presso il Salone dei dipinti. Il percorso espositivo comprende una selezione di disegni e acquerelli collocati accanto ad alcuni disegni ed acquerelli di Giovan Battista Tiepolo.