Drive me acid


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Al MLAC, Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma, è in corso “Drive me acid”, a cura di Niccolò Giacomazzi fino al 21 marzo 2024; in mostra le opere di dodici artisti figurativi italiani: Oliviero Biagetti, Verdiana Bove, Lula Broglio, Giovanni Ceruti, Hugo Ciappi, Matteo Cordoni, Letizia Lucchetti, Margherita Mezzetti, Pietro Moretti, Flavio Orlando, Chiara Ressetta, Vittorio Zeppillo. Il progetto è sostenuto da Contemporary Cluster in collaborazione con la Collezione Fabio Frasca.

Verdiana Bove, Il settimo sogno, 2024, olio su tela cm160x130


La mostra vede il coinvolgimento di dodici artisti, tutti pittori figurativi italiani di età inferiore ai 35 anni, con l’obiettivo di offrire uno sguardo sulla scena emergente della pittura italiana. A seguito di una ricerca sul territorio nazionale sono stati selezionati artisti provenienti da varie località e ambienti della penisola; essi lavorano e hanno studiato tra Roma, Milano, Venezia, Ancona, Firenze e Torino. Molti di loro hanno già avviato rapporti professionali con alcune gallerie e vantano nel proprio curriculum mostre in istituzioni pubbliche e private; altri invece sono alle prime esperienze, ma la loro qualità lavorativa non è affatto trascurabile.
“Drive me acid” delinea uno spaccato generazionale di artisti che affrontano tematiche legate alla contemporaneità. Dalla ricerca è emerso che un gran numero di artisti sta conducendo, contemporaneamente e in modo del tutto indipendente, un lavoro su tematiche comuni legate a una condizione di smarrimento e disincanto. In alcuni casi, si aprono delle possibilità di evasione e di ricerca di un’identità lontana da territori erosi. La pittura figurativa si sta sempre più affermando negli ultimi anni, ed in particolare il ruolo dell’individuo è tornato, sotto diverse forme, al centro dell’indagine artistica.
Il desiderio di progettare questa mostra di ricerca sulla pittura contemporanea trova le sue radici nella vocazione puramente sperimentale e didattica del Museo, che fin dalla sua costituzione si è focalizzato sulla ricerca e sulla formazione critica delle future generazioni. La ricerca artistica di Oliviero Biagetti (Velletri, 1994) si concentra sul corpo e sulla capacità di relazionarsi a un mutamento e in particolare ai sintomi che produce. Verdiana Bove (Roma, 1996) utilizza la pittura come mezzo attraverso il quale mettere a fuoco gli aspetti più significativi della sua realtà. Giovanni Ceruti (Firenze, 2000) nelle sue opere, riproduce su tela tramite pittura ad olio, scritte infantili dotate di “nonsense” e “contraddizioni”. Hugo Ciappi si concentra sull’esperienza della vita umana dando rilevanza a cose di minore importanza (un ricordo, una domanda, una situazione, una storia). Matteo Cordoni si concentra sull’umorismo. Per dare vita alle sue opere impiega l’utilizzo di bombolette spray e oil stick su pannello di legno, ma recentemente la sua ricerca artistica vede anche comparsa di altri media per la realizzazione di sculture e installazioni. Letizia Lucchetti (Ancona, 1999) è scultrice di creazioni artistiche e inquietanti, che nella tranquillità campestre dei temi descritti narrano di un’ inevitabile accettazione degli eventi del destino. La ricerca artistica di Margherita Mezzetti (Siena, 1990) esplora l’evoluzione dell’identità mediante dipinti sviluppati attraverso l’uso della manipolazione digitale e della fotografia. Pietro Moretti (Roma, 1996) trae spunto dalle fiabe e dalle favole si interroga sull’ambivalenza delle emozioni nelle relazioni intime, sulla complessità del desiderio di appartenenza, sull’identità e sul corpo, come schermo di intersezione tra il personale e il sociale. Il lavoro di Flavio Orlando (Roma, 1991) si concentra sul modo in cui le esperienze di ogni giorno, le rimembranze, le sensazioni confluiscono in un universo dipinto in cui la realtà si trasforma attraverso il suo sguardo. Chiara Resetta (Trieste, 1996) nella sua ricerca artistica reinterpreta la realtà che la circonda. La pratica artistica di Vittorio Zeppillo (San Severino, 1998) tiene insieme in un unicum il linguaggio e  la sensibilità pittorica con quella installativa.

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