Alice Ronchi. Amami Ancora


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Alice Ronchi (Ponte dell’Olio, PC, 1989) espone fino al 19 maggio al MAC | Museo di Arte Contemporanea di Lissone (MB), la sua prima personale in una istituzione pubblica dal titolo “Amami Ancora”, mostra che apre il programma espositivo triennale ideato dal neodirettore Stefano Raimondi.

Alice Ronchi, Amami ancora, 2024, Sugar lift etching, cm 60×40, Courtesy Alessandro Zambianchi

La rassegna prende avvio proprio dall’indagine che Alice Ronchi ha svolto sulla collezione permanente del MAC, stabilendo un rapporto d’intimità e affezione sia con i partecipanti al Premio Lissone nel periodo 1946-1967, sia con diversi autori le cui creazioni da diversi anni si trovano nei depositi del museo brianzolo. Attraverso un’approfondita analisi, fatta di studi sui documenti, incontri con gli eredi e ricerche sul campo, Alice Ronchi restituisce alle opere e ai suoi ideatori una rinnovata centralità e un’opportunità per un ricongiungimento emotivo con lo spettatore.

Per l’occasione Alice Ronchi presenta un nuovo intervento, accanto a importanti lavori storici, ad altri inediti e ad alcuni rimasti per anni nel suo studio che entrano in dialogo con quelli della collezione del MAC di figure quali Claude Bellegarde, Cheval-Bertrand, Peter Brüning, Giorgio De Chirico, Piero Dorazio, Gino Meloni, Achille Perilli, Mario Schifano, Eugenio Tomiolo e altri. Il titolo, Amami Ancora, richiama la necessità delle opere di vivere e di uscire dalla nostalgia che le racchiude nei depositi, per essere nuovamente apprezzate e riscoperte.

L’allestimento, che occupa tutti i quattro piani dell’edificio, prende avvio dal piano interrato, dove i lavori di artisti quali Peter Brüning e Piero Ruggeri, caratterizzati da pennellate nervose e da colorazioni cupe, per lo più nere, esprimono un chiaro turbamento; salendo, i toni si alleggeriscono, le opere, pur portando con sé l’esperienza del dolore, lasciano trasparire l’espressione della fragilità dell’animo seguita dalla purezza e del desiderio di gioia.

Fondamentale in questo percorso di ascesa è il ruolo svolto dalla luce, che da sempre è parte integrante, insieme al colore e alla materia, della cifra espressiva di Alice Ronchi. A tal proposito, la decisione di liberare dalle pellicole oscuranti le vetrate che avvolgono il MAC, offre al visitatore la possibilità di essere avvolto dalla luce e di ammirare da una prospettiva insolita le opere esposte. Durante il periodo di apertura della mostra, si terranno iniziative didattiche, sviluppate dall’artista, per le scuole.

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