Dadamaino 1930-2004


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È esposta al MA*GA di Gallarate (VA), fino al 7 aprile 2024, una retrospettiva dedicata a Dadamaino (Edoarda Emilia Maino, 1930-2004), a cura di Flaminio Gualdoni, che ripercorre le tappe fondamentali del percorso artistico di una delle maggiori protagoniste dell’avanguardia del secondo Novecento.

Dadamaino, Componibile, 1965, lamine di plastica su fili di nylon e legno dipinto, 80x80cm, Collezione privata

La mostra ripercorre tutta la sua attività artistica, dall’indagine sulla pittura monocroma e sulla superficie della tela della fine degli anni Cinquanta, fino al riconoscimento internazionale degli anni Sessanta e alla partecipazione a due fondamentali Esposizioni Internazionali d’Arte della Biennale di Venezia, nel 1980 con una sala personale a cura di Vittorio Fagone in cui espone “I fatti della vita”, e nel 1990 con due lavori del ciclo “Il movimento delle cose”, invitata da Laura Cherubini, Flaminio Gualdoni e Lea Vergine, entrambi esposti in mostra. 
Il percorso espositivo apre con i “Volumi” della fine degli anni Cinquanta, in cui appare subito evidente il rifiuto della tradizionale pratica pittorica che l’accompagnerà lungo tutta la sua parabola creativa, e prosegue rispettando la modalità di ricerca di Dadamaino che si muove per serie omogenee, ben distinte e caratterizzate tra cui, dopo i “Volumi” (1958-1960), i “Volumi a moduli sfasati” (1960-1961), i “Rilievi” (1961), gli “Oggetti ottico-dinamici” (1962-1965), i “Componibili (1965-1966), La ricerca del colore (1967-1968), l’Arte pubblica e il progetto di Ambienti (1969), i Cromorilievi” (1972), “L’Inconscio razionale” (1975), “L’Alfabeto della mente” (1977), “I fatti della vita” (1978-82), le “Costellazioni” (1981-1987), “Il Movimento delle cose” (1981-1987). 
L’attenzione all’opera di Dadamaino è inoltre l’occasione per il Museo di riflettere sulla propria storia intrecciata a quella del Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate che, attraverso importanti occasioni espositive, ha permesso di costruire una collezione di grande valore incentrata sugli artisti italiani. 
Nel 1976 Dadamaino partecipa con due opere alla seconda mostra della X edizione del Premio Nazionale Arti Visive città di Gallarate, L’arte di ispirazione scientifica e tecnologica, invitata da Umbro Apollonio. In questa occasione la commissione artistica premia e acquista l’opera “Volume a moduli sfasati” del 1960 che entra ufficialmente nella collezione della Civica Galleria d’Arte Moderna, ora MA*GA. Accanto a lei esponevano molti artisti che nel decennio corrente e in quello precedente avevano condiviso la partecipazione a gruppi e a tendenze, la ricerca di linguaggi sperimentali, le lotte culturali e personali per il rinnovamento delle arti in Italia. 
Per questo motivo in mostra le opere di Dadamaino dialogano con le opere della collezione del MA*GA di Lucio Fontana, mentore di molti giovani artisti, Enrico Castellani e Piero Manzoni, Davide Boriani, Bruno Munari, Getulio Alviani, Gianni Colombo, Nanda Vigo e Grazia Varisco per far rivivere appieno il fervore culturale di quegli anni.  Mostra realizzata con il contributo di Regione Lombardia, in collaborazione con Archivio Opera Dadamaino, con il supporto di Galleria Arte Martinelli.

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