74° Premio Michetti. “Libertà di avere tre idee contrastanti”


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Il Premio Michetti, uno dei più longevi e prestigiosi premi d’arte contemporanea d’Italia, è giunto quest’anno all’edizione 74. Esso presenta le opere di dieci affermati artisti italiani, selezionati dal curatore Costantino D’Orazio, e di cinque studenti dell’Accademia di Belle Arti L’Aquila, inseriti nel Premio Michetti Giovani, che torna dopo molti anni di assenza.

Giuseppe Pietroniro, Modulo Pinto, 2021, Acrilico su tela

La mostra è ospitata presso il Museo Michetti a Francavilla al Mare (CH), fino al 1 ottobre.

Il titolo scelto per questa edizione, “Libertà di avere tre idee contrastanti”, prende spunto da un testo di Mario Merz (1925-2003), pioniere di una ricerca che, a partire dagli anni Cinquanta, ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte italiana e internazionale. Un’attitudine dialettica, quella di Merz, sempre alla ricerca del confronto, come richiede questo momento storico, in cui gli artisti sono pronti ad assumere quell’atteggiamento di dialogo tra linguaggi e immaginari che già Francesco Paolo Michetti aveva inaugurato all’interno del Cenacolo Michettiano, fondato a Francavilla al Mare intorno al Convento di Santa Maria del Gesù, con la partecipazione di intellettuali del calibro di Gabriele D’Annunzio.

La mostra esplora tutti i linguaggi del contemporaneo, dall’installazione alla pittura, dal video al murale, fino alla performance, in un percorso di opere site-specific, che gli artisti hanno creato e rielaborato per l’occasione.

La pittura che nasce dagli oggetti ritrovati di Flavio Favelli (1967) convive con la rilettura collettiva delle Memorie di Adriano di Sabrina Mezzaqui (1964). Le architetture impossibili di Giuseppe Pietroniro (1968) si confrontano con lo spiazzamento costruito da Daniele Puppi (1970) nel suo lavoro video. La pittura che si fa corpo di Luisa Rabbia (1970) dialoga con le foreste culturali costruite da Pietro Ruffo (1978). La riflessione sul potere della materia accomuna il lavoro di Arcangelo Sassolino (1967), che la conduce al limite della resistenza, e quello di Sissi Daniela Olivieri (1977), che la modella per farne uno specchio deformato e inquietante del suo corpo. La ricerca su una anatomia del pensiero coinvolge anche il lavoro di Donatella Spaziani (1970), alle prese con un’installazione dedicata a D’Annunzio, e Nico Vascellari (1976), che presenta uno dei suoi lavori video più potenti.
Attraverso questi artisti, il Premio Michetti apre una finestra sul panorama italiano più all’avanguardia, affermando ancora una volta il proprio orizzonte nazionale. Quest’anno la giuria, presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, ha assegnato due premi: il Premio Michetti e il Premio Michetti Giovani, al quale partecipano cinque studenti dell’Accademia di Belle Arti L’Aquila, frutto di una selezione che ha visto l’inedita collaborazione della Fondazione Michetti con l’Accademia, la Direzione Regionale Musei Abruzzo del Ministero della Cultura e la Fondazione MAXXI.
I giovani artisti sono: Margherita Callà, Elena Cilli, Gaia Liberatore, Ferdinando Mazzitelli, Susanna Sforza.
Il manifesto della mostra è ispirato ad un’opera di Mario Merz, che compare anche sulla copertina del catalogo, grazie alla collaborazione con la Fondazione Merz di Torino. Edito dalla casa editrice pescarese Ianieri Edizioni, il catalogo ospita, oltre agli interventi istituzionali, testi di Andrea Lombardinilo, Presidente della Fondazione Michetti, Costantino D’Orazio e Alessandra Mammì, che ricostruisce la storia del Premio Michetti dalle sue origini ad oggi.

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