Sincronicità in Arte e Scienza: una percezione unitaria della realtà


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Il Prof. Vittorio Silvestrini è l’autore, con il figlio Paolo della mostra “Sincronicità in arte e Scienza: una percezione unitaria della realtà”, accolta fino al 5 marzo in ‘Sol LeWitt’ e ‘spazio F’ e di Città della Scienza a Napoli.

Fondatore della Fondazione Idis, Città della Scienza, Vittorio Silvestrini è un fisico che ha fatto della sua vita una missione: divulgare la scienza alla gente, per migliorare la cultura scientifica e sviluppare innovazione e conoscenza. La chiave di volta per determinare la crescita sociale culturale ed economica di un Paese.

Dal 1987 promotore di iniziative nazionali e internazionali, mostre e grandi eventi (come Futuro Remoto) su temi scientifici all’avanguardia con la partecipazione di ospiti prestigiosi ma sempre fautore di un linguaggio universale teso a coniugare arte e scienza per abbattere le barriere e rendere il sapere accessibile a tutti.
La mostra “Sincronicità in Arte e Scienza: una percezione unitaria della realtà”, curata da Vittorio e Paolo Silvestrini, a partire dalla missione storica che ha caratterizzato Città della Scienza in tutto il suo sviluppo, vuole essere un ulteriore passo in questa direzione. La storia della relazione affettiva tra padre e figlio, di una profonda integrazione di aspetti generazionali che a volte appaiono conflittuali, sull’importanza delle radici nella storia di ogni individuo verso una nuova consapevolezza che integri tradizione e innovazione cercando di fondere Arte e Scienza in una visione unitaria e al tempo stesso invitare ognuno ad una riflessione personale e responsabile dello sviluppo del sapere umano.
Così si esprime il Presidente di Città della Scienza, Riccardo Villari: “Grazie all’intuizione di Vittorio Silvestrini è nato il primo Science Centre italiano, una delle prime grandi istituzioni culturali europee che continua felicemente a portare avanti tuttora la sua mission legata alla divulgazione di saperi e conoscenze e favorire così lo sviluppo. Un processo culturale che si completa anche grazie all’influenza reciproca di arte e scienza, come emerge anche dalla mostra”.

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