Giorgios Papaevangeliu. Iconostasi


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È la Sala Polivalente del MAC, Museo d’Arte Contemporanea del Piccolo Formato, di Guarcino (FR) che ospita, fino al 16 febbraio, la mostra monografica dei disegni di Giorgios Papaevangeliu “Iconostasi”, organizzata dall’Associazione Culturale Azioni d’Arte realizzata a cura di Luca Porqueddu.

In questo titolo si concretizzano gli avvicendamenti del pensiero attorno ai quali Giorgios Papaevangeliu costruisce l’idea di Architettura. L’immagine fissa dell’iconostasi è un’ombra che la realtà proietta sull’esperienza per mostrare la parzialità della conoscenza. È pertanto un ponte fisico e spirituale tra l’esterno e l’interno che, in un rituale continuo e reciproco di alternanze e di inversione delle parti, separa radicalmente e avvicina con stridente intensità due mondi. Incontrando l’Iconostasi, noumeno e fenomeno rafforzano interferenze e identità in quello che Giorgios Papaevangeliu definisce “spazio di confine”; un’Architettura che nel disegno, ancor più che nella sua presenza tridimensionale, organizza e associa la materia/segno e la sua tensione rispetto all’astrazione bidimensionale.

Giorgios Papaevangeliu, Iconostasi, MAC, Guarcino

In questa occasione espositiva negli spazi del MAC di Guarcino, è la dialettica tra colore e china ad aggiornare l’universo tematico, ormai consolidato, nell’opera di Giorgios Papaevangeliu. In modo eccentrico la china occupa freddamente il campo grafico: linee – geometriche, rette, continue – si addensano per edificare una compagine inespugnabile e solida. Di colpo, il colore esonda con mescolamenti timbrici e segnici. La sua forza istintiva, che investe il corpo in un movimento ciclico e imperfetto, coreografico e gestuale, acceca e nasconde con forza pari a quella dell’ombra. Un’ombra silenziosa che dà forma e incanala la sensualità vitale dell’esperienza attraverso “ritagli” opachi, dai quali scaturiscono frammenti che rivelano l’esistenza di una terza realtà.

Come afferma lo stesso Giorgios Papaevangeliu: “Tra il mondo interiore astratto e lo spazio fisico si colloca la sublimazione dell’Arte e dell’Architettura. È uno spazio di confine, un’interfaccia sottilissima che non si fa comprendere appieno, che riflette tanto il modo fisico quanto il mondo interiore”.

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