Pedro Reyes. Zero Armi Nucleari


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Presso il Museo Nivola di Orani (NU), fino al 22 febbraio 2023 è allestita la mostra “Pedro Reyes. Zero Armi Nucleari”, a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri.

La mostra presenta gli sviluppi della campagna Zero Nukes, lanciata dall’artista in collaborazione con numerose istituzioni e figure del mondo dell’arte e della scienza, per portare all’attenzione del pubblico la minaccia nucleare e fare pressione sui governi per la riduzione della produzione e il disarmo. Zero Nukes (2020) è una scultura gonfiabile creata nell’ambito del progetto Amnesia Atómica, promosso dal Bulletin of the Atomic Scientists, associazione non profit creata più di 70 anni fa, all’indomani delle bombe su Hiroshima e Nagasaki.

Pedro Reyes, Zero Nukes at Times Square, 2022, ©Pedro Reyes

Il progetto di Pedro Reyes (Città del Messico, 1972) si riallaccia, anche iconograficamente, alle immagini e alle simbologie utilizzate nel Novecento dai gruppi di attivisti e organizzazioni impegnati sul tema del disarmo, come appunto il Bulletin e la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN).

Reyes si concentra sullo “Zero” come elemento grafico, visivo e concettuale comune a tutte le lingue, utilizzato come simbolo dell’unità globale per l’unica causa condivisibile a livello universale: evitare la distruzione della vita sulla terra.

Lo slogan “Zero Nuclear Weapons”, tradotto in una miriade di lingue, viene presentato  in cartelli di protesta dipinti a mano, confondendo il confine tra arte e attivismo. Il riferimento è alla protesta globale contro la corsa agli armamenti iniziata nel 1958, che durante trent’anni di resistenza di massa, dagli anni Sessanta agli Ottanta, ha spinto i governi a ridurre drasticamente gli arsenali nucleari.

La mostra comprende degli indumenti di protesta prodotti dalla designer messicana Carla Fernández, già usati in una performance dalla compagnia di danza Nohboards.

Il movimento popolare è ricordato anche attraverso un murale fotografico realizzato in collaborazione con la Campagna per il Disarmo Nucleare (CND) utilizzando immagini d’archivio relative a quella mobilitazione globale.

Ricorrente nei cartelli è il simbolo della pace, oggi usato in ogni contesto pacifista, ma originariamente concepito come simbolo di opposizione alle armi nucleari.

Il simbolo appare anche su Stockpile, una scultura composta da palloncini a forma di missile, firmati e numerati, che fanno riferimento alle 12.705 testate nucleari esistenti al mondo.

Reyes si ispira anche al simbolo della colomba, di origine biblica, ma diventato nei secoli un  emblema laico e universale.

In particolare, Reyes si riallaccia alla scultura di Costantino Nivola Uomo di Pace (Hombre de Paz), realizzata dall’artista sardo nel 1968 per la Ruta de l’Amistad, complesso monumentale comprendente 19 sculture di artisti internazionali chiamati a collaborare in occasione delle Olimpiadi di Città del Messico.

Nell’antico lavatoio di Orani, oggi sede delle mostre temporanee del Museo Nivola, il fungo atomico e la mano-colomba si contrappongono come simboli delle paure e delle speranze dell’umanità.

Completa il progetto una serie di manifesti di Artists Against the Bomb, una campagna globale promossa da Reyes e tutt’ora in corsa. All’interno del museo e per le strade di Orani è possibile vedere le stampe di Harrell Fletcher, Tsubasa Kato, Santiago Sierra, Mónica de la Torre e Monica Bonvicini, lavori che riflettono sulla nostra rinnovata paura collettiva e documentano il contributo della comunità creativa per il disarmo nucleare.

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