Fabio Viale. Aurum


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Dopo la mostra di Torino, Fabio Viale espone le sue opere nella città di Arezzo fino al 30 settembre nella mostra “Aurum”, a cura di Alberto Fiz, organizzata dalla Fondazione Guido d’Arezzo con il Comune di Arezzo, in collaborazione con l’associazione culturale Le Nuove Stanze. L’artista torna nella città toscana con un percorso espositivo provocatorio e suggestivo che si snoda in diverse sedi, in spazi sia museali sia cittadini, dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea alla Fortezza Medicea, dalla sala Sant’Ignazio al sagrato del Duomo, alle Piazze San Francesco e San Domenico.

Si tratta della prima personale ad Arezzo di Fabio Viale con la quale si intende rendere omaggio alla ricerca pluriennale e alla poetica di un artista tra i più influenti della scena contemporanea. Nelle oltre 40 sculture che Viale presenta in questa occasione viene inserito, quasi segretamente, un grammo di oro, vero leitmotiv della mostra, metallo duttile e malleabile, indissolubilmente legato alla storia della città di Arezzo, ma allo stesso tempo anche “minerale di conflitto”, che l’artista sperimenta come elemento significante, anche nella sua accezione più drammatica.

Gli innesti, a testimonianza della vena sperimentale dell’artista, contribuiscono al dialogo e allo scambio tra un’iconografia classica di bellezza e armonia, e la contingenza dello sguardo; tra la superficie di una pelle senza tempo e quella di una attualità vissuta nelle sue crudeli eccedenze: politiche, economiche, sociali, intimistiche.

L’esposizione permette altresì l’interazione tra luoghi pubblici e gli spazi museali della città, in un dialogo tra antico e contemporaneo, mettendo in scena la storia dell’arte e dell’architettura, gli eterni modelli di bellezza, la tradizione e l’innovazione.

Dichiara il direttore Lorenzo Cinatti: “La mostra Aurum di Fabio Viale è per Arezzo motivo di grande pregio e orgoglio, una personale che arricchirà ancora di più il cartellone dell’estate aretina. Nel segno dell’oro si compie un abbraccio ideale fra la secolare tradizione manifatturiera della città e la sperimentazione di un artista che ad Arezzo ha trovato ispirazione per innovare il proprio percorso”.

La mostra è corredata da un volume edito da Magonza, con contributi scientifici dell’associazione Le Nuove Stanze – Alberto Fiz, Piero Tomassoni, Moira Chiavarini –, un testo di Fabio Migliorati e un ricco apparato fotografico realizzato da Michele Alberto Sereni che documenterà le opere.

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