Sean Scully. A Wound in a Dance with Love


Stampa

Al MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, nella Sala delle Ciminiere, fino al 9 ottobre è allestita “A Wound in a Dance with Love”, ampia retrospettiva di Sean Scully (Dublino, 1945), realizzata a cura di Lorenzo Balbi con main partner la Kerlin Gallery di Dublino.

© Sean Scully | Sean Scully, Uninsideout, 2018–2020, olio, acrilico e pastello a olio su alluminio, Collezione Museum of Fine Arts – Hungarian National Gallery, Budapest. Courtesy dell’artista I Ph. Gunter Lepkoswki

Con 77 lavori esposti (dipinti a olio, acrilici, acquerelli, disegni e una scultura monumentale), questa mostra ripercorre una vicenda creativa lunga oltre cinquant’anni che parte dalle prime sperimentazioni figurative degli anni ’60 e le opere minimaliste degli anni ’70 fino al lavoro attuale.
Nella sala di apertura, il percorso inizia con “Backcloth” del 1970, periodo in cui Scully ha già pienamente maturato la determinazione ad abbracciare l’astrattismo. Con “Crossover Painting # 1” del 1974, visibile nella stessa sala, appare il primo “inset” utilizzato dall’artista, che da questo momento inizia a introdurre nell’andamento della composizione inserti che ne interrompono l’ordinamento principale, mentre in dipinti come “Fort # 1” (1978) e “The Bather” (1983) Scully esplicita altre ascendenze: nel primo viene richiamata una suggestione paesaggistica, nel secondo il riferimento è invece a un dipinto di Henri Matisse.
Nella navata centrale della Sala delle Ciminiere, è collocata la scultura “Opulent Ascension” (2019), monumentale esempio delle più recenti trasposizioni su scala tridimensionale delle intuizioni dell’artista. Nel medesimo spazio centrale è visibile una serie di grandi opere pittoriche dagli anni ‘90 ad oggi. “Mariana” (1991) presenta i tipici “inset” costituiti da tele dipinte con motivi in contrasto e fisicamente incassate in alloggiamenti ricavati nel corpo del dipinto, mentre “Long Light” (1998), della collezione permanente MAMbo, è una prova delle riflessioni sulla luce che preludono ai successivi lavori del ciclo “Wall of Light”, ispirati dall’osservazione delle mutazioni luminose su superfici murarie. A darne testimonianza due particolarmente intense, come “Wall of Light White Tundra” (2009), prestito della Galleria d’Arte Moderna di Torino e “Wall Light Zacatecas” (2010). Questa sezione della mostra include altre opere più recenti, ciascuna caratterizzata da una particolare impronta distintiva. “What Makes Us Too” (2017) e “Uninsideout” (2018 – 2020), dipinti su alluminio.
Le ali laterali e altre sale contigue alla navata centrale ospitano altri dipinti del ciclo “Wall of Light” del primo decennio del XXI secolo e diverse opere di chiara ispirazione paesaggistica della serie Landline.
Un ultimo spazio, che inizia con “Cactus” (1964), è infine riservato alla più recente e significativa svolta dell’opera di Scully, il ritorno alla pittura figurativa. I dipinti della serie “Madonna”, eseguiti tra il 2018 e il 2019, raffigurano la moglie e il figlio dell’artista intenti a giocare con la sabbia, riportando in luce un tema da sempre caro a Scully come quello della madre con il bambino. Chiude l’esposizione il dittico “Figure Abstract and Vice Versa” (2019).
A completare la mostra una selezione di opere su carta che accompagnano ogni fase evolutiva dell’intera carriera di Scully e un programma di film.
In occasione della sua retrospettiva a Bologna, Sean Scully donerà al MAMbo un’opera che entrerà a far parte delle collezioni del museo: “Aix Wall 4” (2021).
L’artista ha inoltre scelto di rendere omaggio a Giorgio Morandi con l’esposizione del dittico “Two Windows Grey Diptych” (2000).

La mostra è accompagnata dal catalogo “Sean Scully. A Wound in a Dance with Love” (Edizioni MAMbo, 2022), contenente tutte le immagini delle opere in mostra, oltre a una selezione di altri lavori dell’artista a corredo dei saggi, un’intervista di Lorenzo Balbi a Sean Scully, i saggi di Dávid Fehér, Raphy Sarkissian e Danilo Eccher e un testo di Scully del 2005, “Giorgio Morandi: resistenza e persistenza”.

Share Button