Gyotaku Levante. Quel che resta


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Officina Parnaso promuove “Quel che resta”, secondo capitolo del progetto Metamorfosi; ospiti delle stanze di Palazzo Giorgi a Siena, fino al 20 marzo, 10 opere dell’artista Gyotaku Levante (Elena Dicapita, 1985), in dialogo con una xilografia della serie Toto Shokei Ichiran dell’artista giapponese Katsushika Hokusai, che compongono una narrazione che porta attraverso la delicatezza della carta giapponese e la magia dell’impressione Gyotaku, a toccare con mano la fragilità e la bellezza al contempo del nostro mare. La tecnica Gyotaku (da gyo “pesce” + taku “impressione”, “litografia”) è il tradizionale metodo giapponese di realizzare stampe di pesci, una pratica che affonda le proprie radici alla metà del XIX secolo. Questa forma di stampa naturale era in origine usata dai pescatori giapponesi per testimoniare le proprie catture, ma finì presto per divenire una forma d’arte a se stante. Questo percorso di “impressioni” su carta di riso o di soia offre un calco, un’istantanea del nostro mare, creando così l’occasione per una riflessione sullo stato di salute della natura, supportata dai dati scientifici del Dipartimento di Scienze fisiche della Terra e dell’Ambiente.

L’evento è realizzato in collaborazione con Palazzo Giorgi, Dipartimento di Scienze fisiche della Terra e dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Siena e con il patrocinio di Università degli Studi di Siena.
Palazzo Giorgi è una dimora storica nel cuore della città, che da sempre unisce all’accoglienza di ospiti una proposta culturale e questa mostra è il battesimo per una collaborazione con Officina Parnaso che porterà in futuro il percorso a comporsi di nuovi passi.

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