Quayola, re-coding


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Quayola espone a Palazzo Cipolla a Roma, fino al 30 gennaio 2022, la sua prima grande personale nella Capitale, realizzata a cura di Jérôme Neutres e Valentino Catricalà.

Classe 1982, artista di origine romana e tra i più importanti esponenti della media-art a livello internazionale, Quayola appartiene a quella rara dinastia di creatori d’arte che, inventando un loro codice espressivo personale e nuovo linguaggio artistico/comunicativo, hanno ri-masterizzato la storia dell’arte attraverso la sua visione.

Questa primissima monografica a Roma presenta un panorama completo della creazione dell’artista attraverso un viaggio immersivo nei principali temi della sua arte computazionale.

Le opere esposte, realizzate tra il 2007 e il 2021, ci restituiscono una panoramica del processo creativo dell’artista, passaggi temporali, futuri anticipati e passati ricostruiti.

Quayola, Iconographies #81-Adoration after Botticelli, 2016, Serie di stampe a getto d’inchiostro

Il progetto espositivo si sviluppa in tre aree tematiche: iconografia classica, sculture non finite, e tradizione della pittura di paesaggio.
Utilizzando sistemi di robotica, Intelligenza Artificiale (AI) e software generativi, Quayola trasforma la tecnologia computazionale in una nuova tavolozza: dipinti rinascimentali e del barocco sono trasformati in complesse composizioni digitali attraverso metodi computazionali, e sculture ispirate alla tecnica michelangiolesca del non-finito sono scolpite mediante mezzi robotici. Seguono rappresentazioni della natura, prodotto di un’arte generativa che evidenzia l’affascinante, benché paradossale, somiglianza tra il mondo naturale e quello digitale.

Dinanzi a videoproiezioni, sculture, e stampe ad altissima definizione, si ha la possibilità di confrontarsi con le incredibili potenzialità artistiche di questi mezzi espressivi, lontane dai cliché di una tecnologia disumanizzata e di acquisire, inoltre, indispensabili strumenti di lettura della nostra società contemporanea.

Nonostante il cambio di medium espressivo, lungo il percorso espositivo emerge il carattere comune della ricerca artistica che ha caratterizzato il passato e che continua nel presente: una reinterpretazione del “classico” messo a confronto con le grandi opere dei Maestri riprodotte su “cartelli pedagogici” non solo per facilitare la visita degli spettatori, ma allo stesso tempo per fare da guida nell’esplorazione e nella comprensione del “codice Quayola”.

Parte integrante della mostra e massima espressione della capacità innovativa e tecnologica di Quayola è la presentazione delle sue sculture robotiche: in questo caso, il dialogo con i grandi artisti del passato e soprattutto con Bernini è alla base dello sviluppo di un corpo scultoreo mai visto, realizzato con il supporto di un sistema robotico AI.

Un mondo computazionale visto di sovente agli antipodi del regno naturale, ma che Quayola reinterpreta mostrando come l’arte generativa sia forse il mezzo ideale per esplorare la natura. Le sue serie botaniche come Jardins d’été mettono in luce l’affascinante, anche se paradossale, somiglianza tra il mondo naturale e quello digitale. Esiste, infatti, un processo “organico” parallelo sia nella vita naturale che in quella algoritmica: nei due regni, della natura e del digitale, si può osservare un processo generativo, che segue una logica di sé. Con una natura artificiale così vicina nella sua verità al mondo naturale, Quayola inventa una nuova forma di Impressionismo.

La mostra è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia.

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