Mustafa Sabbagh. Spazio Disponibile


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La Galleria Estense di Modena e il Palazzo Ducale di Sassuolo fino al 30 gennaio 2022 ospitano il progetto “Spazio Disponibile. Areare il pensiero prima di soggiornarvi”, dell’artista Mustafa Sabbagh, a cura di Federico Fischetti e Fabiola Triolo. La doppia sede della mostra riflette una duplice posizione, liberamente incoerente, con cui Mustafa Sabbagh intende stimolarci sul tema del rapporto col nostro patrimonio. A Sassuolo il linguaggio è quello dei prodotti di consumo, confezionati e offerti in vendita per un utilizzo indotto e non consapevole, esito difficilmente eliminabile dalla retorica della valorizzazione e del turismo culturale. Tre interventi ubicati nel Cortile d’onore, nell’Appartamento stuccato e nella Camera dell’Amore ripropongono frammenti di opere d’arte e pitture murali della reggia estense risemantizzati attraverso fotografia, video e installazioni, offrendosi come medicinali da assumere secondo una posologia descritta in apposito bugiardino. A Modena un approccio completamente diverso, per riflettere sul valore estetico autonomo delle opere d’arte rifiutando la passiva semplificazione delle formule di consumo che riconducono tutto a logo, a brand. Anche qui, tre interventi si articolano in altrettante sale del museo, attraverso i linguaggi di fotografia, video-mapping, scultura e installazione, prendendo le mosse da alcuni dipinti scelti, da Garofalo a Guercino, e una scultura barocca della collezione estense. Fra i tanti possibili, il filo conduttore è quello di un erotismo indefinito, sottilmente voyeuristico, che attraverso particolari anatomici decontestualizzati dal soggetto e dal genere sessuale, suggerisce di liberare l’istinto e lasciarsi andare a personali ricerche nel mondo figurativo e nelle qualità formali dell’arte antica.

Mustafa Sabbagh, Spazio disponibile epidermide in pixel


Mustafa Sabbagh nasce ad Amman (Giordania, 1961, vive e lavora in Italia). Italo-palestinese, allevato tra l’Europa ed il Medio Oriente, l’imprinting è cosmopolita, l’attitudine è nomade. Già assistente di Richard Avedon e docente al Central Saint Martins College of Art and Design di Londra, dopo una brillante carriera come fotografo di moda riconosciuta dai magazines più prestigiosi del mondo, a partire dal 2012 Sabbagh concentra la sua ricerca nell’arte contemporanea per mezzo della fotografia e della video-arte, attraverso una sorta di contro-canone estetico dove il punctum è la pelle, diario dell’unicità individuale. Armonia dell’imperfezione, indagine psicologica e studio antropologico attraverso la costruzione dell’immagine e dell’installazione ambientale sono gli stilemi che Sabbagh trasferisce dalle pagine patinate, agli spazi dei musei e delle gallerie più famosi del mondo, tra cui il Musée de l’Élysée di Losanna, considerato tempio internazionale della fotografia.

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