Gea Casolaro. Mare Magnum Nostrum


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Il progetto Mare Magnum Nostrum di Gea Casolaro è giunto alla sua fase finale: l’installazione ambientale che riproduce l’immagine del Mare Mediterraneo e delle sue coste, ovvero un ambiente immersivo, di colore blu, dove il pubblico, trovandosi idealmente al “centro del mare”, può osservare il mosaico di fotografie che lo compongono, entra ufficialmente a far parte delle Collezioni del Museo Nazionale di Ravenna.

Il progetto, a cura di Leonardo Regano e promosso dalla Direzione Regionale Musei dell’Emilia-Romagna, Museo Nazionale di Ravenna in collaborazione con Hulu, Split e qwatz, contemporary art platform, è realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (VIII edizione, 2020), programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC, Ministero della Cultura.

© Ida Santoro – Apani – Oasi di Torre Guaceto – Brindisi, 2021-L’Oasi di Torre Guaceto è gestita da un consorzio di cui fanno parte il WWF, il Comune di Brindisi e il Comune di Carovigno, competenti per porzioni d

L’opera Mare Magnum Nostrum, realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, grazie all’apporto delle studentesse Manuela Flamigni, Rebecca Fusconi, Lois Galera e Yuyu Zaho, autrici del wall drawing che rappresenta il Mediterraneo, presenta una selezione di fotografie, tra le molte pervenute scelte dall’artista e allestite in un display che si potrà vedere al Museo fino al 31 dicembre 2021. L’opera compone un mosaico di storie e di punti di vista collettivi differenti per leggere la storia del Mediterraneo dal Novecento fino ad oggi. Il lavoro è nato per stimolare la riflessione su alcune questioni centrali del nostro tempo, come l’ecologia, il tema dell’immigrazione e dell’incontro tra i popoli, ma anche, in maniera più lieve e ludica, per indagare, in senso quasi antropologico, cosa significa la parola “Mediterraneo” nel nostro immaginario.

Il Mare Mediterraneo è oggi più che mai simbolo di contatto e di prossimità fra le culture. Da qui nasce l’opportunità di ripensare al concetto di identità, e da qui si può partire per immaginare un futuro diverso e migliore, anche e soprattutto per il nostro Paese.

Nel corso di un anno di lavoro il progetto ha visto la costruzione di un grande archivio digitale di immagini del mare. Grazie una “call to action” lanciata lo scorso novembre, a cui hanno risposto persone da ogni parte d’Europa e del Nord Africa, sono state raccolte più di 1500 fotografie capaci di raccontare il mare in tutte le sue tematiche, declinazioni e suggestioni.

La mostra è accompagnata da un libro che raccoglie tre conversazioni tra l’artista e diversi interlocutori; la prima, con Leonardo Regano (curatore del progetto) ed Emanuela Fiori (direttrice del Museo Nazionale di Ravenna); la seconda, con Michele Colucci (storico), Flore Murard-Yovanovitch (scrittrice e giornalista esperta di flussi migratori), Benedetta Di Loreto (curatrice e fondatrice di qwatz, contemporary art platform, Roma) sul tema delle migrazioni; la terza, con Sana Ben Ismaïl (docente di oceanografia fisica dell’Institut National des Sciences et Technologies de la Mer, Tunisi) e Nahed Msayleb (Ph.D in agricoltura sostenibile e direttrice del Tyre Coast Nature Reserve, Libano).

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