Apre venerdì 7 maggio 2021, dalle 10 alle 21, all’interno A Palazzo Vizzani a Bologna, fino al 10 luglio è allestita la mostra personale di Alessandro Pessoli (Cervia, 1963) dal titolo City of God, realizzata a cura di Fulvio Chimento, organizzata da Alchemilla (Bologna), greengrassi (Londra), ZERO… (Milano), e fa parte del programma istituzionale di Art City Bologna 2021, manifestazione promossa dal Comune di Bologna nell’ambito di Bologna Estate.
City of God è una mostra completa che accoglie in modo rigoroso i vari elementi plastici e figurativi caratterizzanti il lavoro dell’artista: pittura, scultura, disegno, opere in terracotta. I differenti linguaggi sono accomunati da una poetica che agisce in modo (sottilmente) disgregante, tanto sulla materia delle opere, quanto sulla psiche dei soggetti rappresentati.
La mostra è composta da opere della produzione recente di Alessandro Pessoli, oltre a presentare opere realizzate appositamente per l’appuntamento bolognese.
Sono esposte opere in terracotta, tecnica che caratterizza il lavoro di Pessoli negli ultimi quindici anni, punto di raccordo ideale fra le sculture e i disegni in mostra, poi i dipinti, in cui la complessità iconografica della pittura italiana, aggiornata alla luce delle correnti “internazionali”, viene risolta con una vivace immediatezza di soluzioni compositive.
Del secondo nucleo di opere, nato appositamente per gli spazi tardo settecenteschi di Alchemilla (dimora del Cardinal Lambertini, futuro Papa Benedetto XIV), si ricordano i due gruppi di disegni su carta a tecnica mista, intitolati “Set your body free” e “The border”.
Tra le altre opere realizzate appositamente per la mostra si segnalano le sculture “The garden Delight”, “AP 1963” e “Testa fiorita”, che si muovono sul confine formale fra scultura e installazione, grazie alla capacità di conquistare lo spazio percettivo del visitatore attraverso forza e levità, infondendo agli ambienti espositivi un senso di attesa e, al tempo stesso, di presenza fisica.
In questa mostra, Pessoli mette in relazione vari registri narrativi, ora ironici e surreali, ora tragici e avvolgenti, divenendo regista occulto che determina la presenza scenica dei suoi personaggi, insofferenti alle insidie del presente. Nella “Città di Dio” dolcezza e dramma viaggiano sullo stesso binario, le passioni hanno tinte forti, il destino è una piccola fiamma che resiste al vento.