Giulio Paolini. Le Chef-d’oeuvre inconnu


Stampa

Fino al 16 maggio, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (TO) ospita la mostra di Giulio Paolini “Le Chef-d’oeuvre inconnu”. La mostra è realizzata con il sostegno degli Amici Benefattori del Museo Andrea Ruben Levi, Nicoletta Fiorucci e Giuliana Setari, è curata da Marcella Beccaria e sviluppata a stretto contatto con l’artista, in occasione del suo ottantesimo compleanno. Questa mostra prende le mosse da “Disegno geometrico”, 1960, tra le opere più iconiche e importanti della storia dell’arte contemporanea, definito dall’artista come il suo “primo (e ultimo quadro)”. Presentando un percorso inedito che rilegge oltre sessant’anni di produzione artistica, la mostra include rare opere custodite dall’artista e nuovi lavori appositamente realizzati per il Castello. Le opere di Paolini sono come specchi attraverso i quali l’arte riflette su se stessa. Il titolo della mostra “Le Chef-d’oeuvre inconnu”, dal celebre racconto di Honoré de Balzac, è anche il titolo della grande installazione che accoglie i visitatori nella prima sala (Sala 18, secondo piano Castello). A partire dal tracciato di Disegno geometrico, 1960, l’intero ambiente espositivo diventa una versione tridimensionale, amplificata e percorribile della stessa opera e delle infinite possibilità a cui essa rimanda.

Dopo l’incontro con una sola opera, pur aperta alle infinite possibilità dell’essere, nella sala successiva (Sala 33), Paolini propone un mosaico di opere prodotte dagli anni novanta al presente, raccolte intorno al titolo “Vertigo” e accomunate dal concetto di “accadimento”. Si tratta di opere che evocano cieli e luoghi sia pittorici sia ideali, la cui successione definisce uno spazio e un tempo densi di visioni. Oltre alla stessa installazione Vertigo, 2020, la sala accoglie la nuova opera Omega (1948-2018), 2020, rara occasione in cui l’artista include dettagli riferibili alla propria storia biografica. La terza e ultima sala del percorso di mostra (Sala 32) è intitolata “Fine” senza fine. Qui Paolini presenta lavori che sembrano attratti da un inevitabile destino, capaci però di mantenere la tensione verso l’idea di un divenire continuo che, secondo l’artista, è propria dell’intera storia dell’arte. Tra le nuove opere, “Il modello in persona”, 2020, apre un ponte ideale tra il luogo espositivo, pubblico, e lo spazio, invece privato, dello studio dell’artista.
In occasione della mostra, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea pubblica un catalogo in due volumi. Un volume è dedicato agli scritti in versi di Giulio Paolini introdotti da un saggio di Andrea Cortellessa. L’altro volume include ulteriori testi di Paolini, suoi disegni e progetti inediti, un carteggio tra Carolyn Christov-Bakargiev e l’artista, e un saggio della curatrice Marcella Beccaria. Il catalogo è illustrato con immagini della mostra, e pubblicato dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea in edizione bilingue.

Share Button