E luce fu. Balla | Fontana | Eliasson | Leotta


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Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la Fondazione CRC presentano “E luce fu”, mostra che raccoglie quattro importanti opere incentrate sulla luce realizzate da Giacomo Balla, Olafur Eliasson, Lucio Fontana e Renato Leotta, appartenenti alle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Allestita presso il Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo, fino al 20 giugno, la mostra è parte del progetto di collaborazione volto a promuovere nel territorio cuneese la conoscenza di lavori di artisti di fama internazionale presentati dal Museo.
La mostra è a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria, con la consulenza curatoriale di Marianna Vecellio per il progetto di Renato Leotta.

Olafur Eliasson, The Sun has no money (Il sole non ha soldi), 2008, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino


Proponendo un percorso immersivo e sensoriale, le opere degli artisti in mostra sono installate in relazione con gli spazi della Chiesa di San Francesco. Al centro della navata centrale della chiesa, i visitatori incontrano “Feu d’artifice” (Fuoco d’artificio), 1917, storica opera realizzata da Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958) durante gli anni di adesione al Futurismo.
Con “Ambiente Spaziale”, 1967 (1981), la mostra offre la rara opportunità di esperire un importante lavoro di Lucio Fontana (Rosario di Santa Fe, Argentina, 1899 – Comabbio, Varese, 1968). II 5 febbraio 1949, Fontana allestì il suo primo Ambiente spaziale a luce nera, detto “Ambiente nero”, presso la Galleria del Naviglio di Milano, che venne illuminata con lampade di Wood, la “luce nera” che fa risaltare i colori fosforescenti con cui sono ricoperte alcune forme astratte pendenti dal soffitto.
Lo spazio dell’abside è animato dai giochi di luci e ombre di “The sun has no money” (Il sole non ha soldi), 2008, di Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967), artista che pone al centro della propria ricerca la soggettività di ciascuno dei visitatori e che sin dall’inizio del suo percorso indaga la luce quale tematica cruciale nell’ambito della conoscenza del reale.
Il percorso espositivo prosegue con “Sole”, 2019-2020, di Renato Leotta (Torino, 1982), installazione che si snoda attraverso l’intero ambiente della Chiesa. Sole consiste in vecchi fari di automobili dismesse installati per illuminare dettagli significativi dell’architettura e dell’impianto decorativo interno dell’edificio.

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