Nei periodi di chiusura forzata, il Museo del Novecento ha stilato il proprio programma per l’anno in corso che, pandemia permettendo, offre appuntamenti piuttosto importanti con un’intensa stagione di mostre, eventi, progetti di formazione.
Il programma proseguirà con le mostre di artisti che hanno segnato la storia dell’arte moderna come Arturo Martini e Leoncillo. A settembre sarà la volta della personale di Jenny Saville, tra i maggiori esponenti del movimento Young British Artists (con opere in Casa Buonarroti, in Palazzo Vecchio e in altri luoghi della città). Le donne sono protagoniste delle mostre previste per la prossima primavera. Giulia Cenci, finalista al MAXXI Bulgari Prize 2020, è stata invitata per il ciclo Duel, mentre la giovanissima Chiara Gambirasio realizzerà un intervento sulle pareti del loggiato interno al museo. La valorizzazione delle collezioni prosegue con il nuovo progetto Étoile, riservato alle collezioni civiche. Sarà scelta un’opera tra quelle conservate nei depositi, un assolo che permetterà di concentrarsi, in questa prima occasione, su Titina Maselli, autrice di un ritratto ideale di Greta Garbo. Il progetto, a cura di Stefania Ricci e Sergio Risaliti, è realizzato in collaborazione con il Museo Salvatore Ferragamo. A seguire, un altro progetto del ciclo Étoile sarà invece dedicato a Vinicio Berti, maestro dell’arte toscana del Novecento di cui ricorre il centenario della nascita e di cui il Museo Novecento conserva un importante fondo di opere, frutto della donazione della vedova dell’artista.
Si rinnova inoltre l’appuntamento con l’architettura. Il nuovo Paradigma. Il tavolo dell’architetto è dedicato a Gender Gap, a cura di Laura Andreini, una riflessione sul ruolo femminile nel mondo dell’architettura con la testimonianza di ben 20 architette, attive a livello internazionale. In autunno, gli spazi al piano terra del chiostro saranno invece occupati dal progetto dedicato al Monte Verità, Anarchia, danza e architettura, a cura di Chiara Gatti, Nicoletta Mongini e Sergio Risaliti dedicato alla colonia di artisti, anarchici, filosofi e pensatori, nata grazie al barone Eduard von der Heydt negli anni Venti ad Ascona.
Il Museo Novecento, nello spirito di collaborazione con altre istituzioni della città, organizzerà inoltre un doppio appuntamento con l’arte contemporanea internazionale nelle sale del Museo Stefano Bardini. Il 29 marzo inaugurerà la mostra di Ali Banisadr, artista iraniano residente negli Stati Uniti, conosciuto per i suoi preziosi dipinti che mescolano riferimenti a Bosch e al surrealismo. Banisadr è stato invitato a realizzare tre dipinti site-specific ispirati dalla lettura della Divina Commedia di Dante, per la Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, un evento speciale in occasione dei 700 anni dell’anniversario della morte del Sommo Poeta. In autunno, sempre al Museo Stefano Bardini, saranno presentate per la prima volta in un museo pubblico italiano, le opere della pittrice inglese Anj Smith.
Accanto al programma espositivo, il Museo Novecento porterà avanti il suo impegno nella didattica e nella formazione. In quest’ottica, verranno istituiti due atelier all’interno delle sale del museo, ciclicamente assegnati a giovani artisti provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Firenze, partner di questo progetto. Alla fine del periodo di residenza, gli artisti saranno chiamati a realizzare una mostra all’interno dello spazio loro assegnato: il museo diventerà così centro di produzione, oltre che di diffusione, del talento creativo delle nuove generazioni locali.
Il museo annuncia anche la nascita della Scuola del Pensiero Interdisciplinare che, dai primi di maggio, proporrà dei laboratori volti ad affrontare questioni fondamentali del secolo scorso e della nostra epoca, prima fra tutte La Rivolta.