Antonio Saladino. Dal tempo della storia al tempo dell’opera


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A partire da sabato 31 ottobre 2020, ospitata al MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), è visitabile la mostra personale del Maestro Antonio Saladino (Lamezia Terme, 1950), uno dei più raffinati e colti interpreti della classicità magnogreca in chiave contemporanea. La mostra “Dal tempo della storia al tempo dell’opera”, a cura di Anselmo Villata, rientra nell’ambito del progetto Bancartis, grazie al quale annualmente, il MACA, in collaborazione con l’istituto bancario BCC Mediocrati di Rende (Cs), promuove la mostra dedicata a un artista di origine calabrese, per ravvivare il forte legame territoriale instaurato, sin dalla sua fondazione, nel 2006, dal museo alle pendici della Sila Greca con il suo territorio e le voci creative che ne sono i frutti più rigogliosi.

Maternità, 2004, Semirefrattario , parziale invetriatura. cm 22x15x39

Le ampie sale del Piano Nobile del settecentesco Palazzo Sanseverino-Falcone, sede del museo, ospitano oltre cinquanta opere scultoree e alcuni bozzetti preparatori realizzati dall’artista, testimonianze vibranti della sua capacità di reinterpretare con eleganza il passato magnogreco della Calabria e farlo proprio attraverso una raffinatezza minimale, un sapiente uso del simbolismo e dei tocchi di cromatismo tipicamente mediterranei che spezzano il candore classico delle sculture, rendendole al tempo stesso atemporali e chiaramente contemporanee.

«Saladino pratica la propria arte muovendosi […] attraverso una costante attenzione a una forma che prende spunto dall’archeologia e dai preziosi reperti che restituisce al presente dopo essere rimasti occultati per secoli, – scrive il critico d’arte Anselmo Villata, curatore della mostra, nel suo testo in catalogo – creando opere che possono essere lo specchio della storia di ognuno dei fruitori con cui entrano in rapporto dando spunti, indizi ed elementi che invitano a una ricerca interiore. Lo sguardo è indirizzato e focalizzato in modo specifico, così da creare percorsi narrativi che possono allo stesso tempo guardare al singolo e al collettivo, toccare l’identità di un territorio, di un popolo o di un individuo; lo scorrere del tempo universalmente riconosciuto condivide lo spazio dell’opera con il tempo personale del singolo, creando un contesto particolare e unico.»

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