Asini volanti, musici strampalati e commoventi paesaggi sconfinati compongono la mostra di Marc Chagall (Lëzna, 1887 – Saint-Paul-de-Vence, 1985) alla Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi, Palazzo Roverella di Rovigo, aperta fino al 17 gennaio 2021. Un mondo fantastico dove tutto può accadere, ispirato dalla visionaria tradizione culturale della Russia con la sua ricchezza di immagini e di leggende.
È una mostra che si propone si porre in discussione anche il tema della posizione singolare che l’artista occupa nella storia dell’arte del XX secolo. Senza mai confondersi con il dibattito delle avanguardie, la sua pittura tuttavia rimane sempre aperta alle esigenze del modernismo. Ma senza necessitare di alcuna rottura con il mondo della memoria e delle forme tradizionali.
Il tema su cui la curatrice Claudia Zevi ha scelto di misurarsi è quello dell’influenza che la cultura popolare russa ha avuto su tutta l’opera di Chagall, con maggiore impatto realistico quando viveva nella Russia del primo ventennio del Novecento, ma altrettanto prepotentemente, nelle figure di animali, case e villaggi, sempre presenti nei dipinti dei suoi lunghi anni successivi a Parigi, in America, nel sud della Francia.
Sono più di cento le opere esposte, con circa 70 i dipinti su tela e su carta, provenienti da musei del prestigio della Galleria Tretyakov di Mosca, del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, del Pompidou di Parigi, della Thyssen Bornemisza di Madrid, del Kunstmuseum di Zurigo. Oltre alle due straordinarie serie di incisioni e acqueforti pubblicate nei primi anni di lontananza dalla Russia, “Ma Vie”, 20 tavole che illuminano la sua precoce e dolorosa autobiografia, e “Le anime morte” di Gogol, il più profondo sguardo sull’anima russa della grande letteratura.
Inoltre, sono esposti grandi capolavori, tra cui la “Passeggiata”, l’“Ebreo in rosa”, “Il matrimonio”, “Il Gallo”.
Sono questi gli highlights della nuova, importante esposizione monografica su Marc Chagall.
