Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, fino al 22 novembre, è allestita la mostra “Shepard Fairey. 3 decades of dissent”, progetto espositivo esclusivo curato dallo stesso Shepard Fairey, urban artist, insieme a Claudio Crescentini, Federica Pirani e Wunderkammern Gallery.
Si tratta di un concept unico e irripetibile, nato appositamente per la Galleria d’Arte Moderna, che presenta un nucleo unitario di trenta recenti opere grafiche inedite (2019) dell’artista con le quali si ripercorrono molti dei suoi temi di dissenso, tra cui la lotta per la pace e contro la violenza razziale, la difesa della dignità umana e di genere, la salvaguardia dell’ambiente.
Shepard Fairey sperimenta linguaggi, stili e messaggi politici attraverso l’arte e la sua fama ha raggiunto l’apice in seguito l’iconico poster “Hope” a sostegno della candidatura del 2008 di Barack Obama a Presidente degli Stati Uniti. È una copia autografa di questa immagine iconica che apre la mostra.
Lo stile politico e audace di Fairey, basato sulla stilizzazione e idealizzazione delle immagini, emerge ad esempio nella ridefinizione della famosa campagna di adesivi “André the Giant Has a Posse” (con “André the Giant” nella sua versione “Hendrix”), in “Jesse” con il volto del reverendo Jesse Jackson, o in “Power and Equality”, dedicato ad Angela Davis, attivista del movimento afroamericano. Di grande impatto politico anche i “Saluti” raid aerei americani. Dedicato al pacifismo, un altro tema dominante di Fairey, sono ad esempio “Guns and Roses”, con rose in pistole, “Obey Lotus Ornament” o “Money” con Lenin, Mao e Nixon.
Le opere esposte dialogano con importanti opere della collezione d’arte contemporanea della Sovrintendenza Capitolina.
L’iniziativa fa parte di Romarama, il programma di eventi culturali promosso da Roma Capitale.
Per l’occasione è stato pubblicato un catalogo a cura di Silvana Editoriale con testi di Maria Vittoria Marini Clarelli, Claudio Crescentini, Federica Pirani, Arianna Angelelli insieme a Daniela Vasta e Wunderkammern Gallery.