Paolo Ventura. Carousel


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Il Centro Italiano per la Fotografia, CAMERA, di Torino ospita fino all’8 dicembre la mostra “Carousel”, un percorso all’interno della carriera di Paolo Ventura (Milano, 1968), realizzata a cura di Walter Guadagnini, con la collaborazione di Monica Poggi.

Paolo Ventura, Behind the Walls05, da Behind the Walls, 2011

Questa mostra comprende alcune delle opere più suggestive degli ultimi quindici anni, provenienti da svariate collezioni, oltre che dallo studio dell’artista, in una commistione di linguaggi che comprende disegni, modellini, scenografie, maschere di cartapesta e costumi teatrali. Non mancano i progetti più iconici della prima fase della sua produzione: “War Souvenir”, “L’Automa” e una selezione dalle “Winter Stories”, in cui i protagonisti delle narrazioni sono dei burattini e gli ambienti dei piccoli set teatrali costruiti dallo stesso Ventura sul tavolo del suo studio. Con le “Short Stories” si sancisce una fase nuova della sua ricerca: di ritorno dalla Grande Mela si stabilisce nel piccolo borgo di Anghiari, nei pressi di Arezzo, dove, all’interno di uno studio particolarmente luminoso ricavato da un vecchio fienile, allestisce una pedana e un fondale su cui lui stesso impersona, insieme alla moglie e al figlio, brevi vicende paradossali e fiabesche. Le prime sale dello spazio espositivo torinese diventano un’autentica full immersion nella poetica di Ventura, un vero e proprio ingresso all’officina dove nascono e si compongono le storie elaborate dall’artista, anche grazie all’allestimento di alcuni degli elementi che concorrono alla loro realizzazione.
La seconda metà dell’esposizione è dedicata interamente a due nuovi e inediti progetti: il primo è “Grazia Ricevuta”, rivisitazione affettuosamente ironica del tema dell’ex voto, che Ventura rielabora a partire dalla manipolazione dell’immagine e dalla presenza costante della sua figura e di quella delle persone a lui vicine. Un ulteriore affondo nella cultura popolare, una cultura che da sempre fornisce icone e tematiche al multiforme artista milanese. Il secondo lavoro inedito esposto in questa occasione è il frutto di una residenza svolta presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma, avviata grazie alla collaborazione fra CAMERA e l’ente ministeriale. Sulla scorta dello studio e della riflessione sulla rappresentazione delle vicende risorgimentali, a partire dagli Archivi dell’ICCD, Ventura allarga il proprio orizzonte ai temi della rappresentazione della guerra attraverso la fotografia e della difficile accettazione della modernità del mezzo fotografico in un paese fortemente legato alla tradizione come l’Italia del XIX secolo. Pressoché sconosciute al pubblico sono anche le prime opere, qui esposte, con le quali Ventura inizia a sperimentare con un obiettivo close-up e un flash anulare alla fine degli anni Novanta, dopo essersi allontanato dall’ambiente della carta patinata.
Conclude il percorso una grande e spettacolare installazione, che trasforma l’intero lungo corridoio di CAMERA nel palcoscenico sul quale appare e si sviluppa una città immaginaria, composta dalle tante architetture realizzate da Ventura nel corso degli anni, riassemblate e reinventate per questa occasione in un allestimento di grande suggestione.
La mostra è corredata da un volume monografico, pubblicato da Silvana Editoriale, che ripercorre in modo esaustivo e organico tutte le tappe salienti della ricerca dell’artista. Oltre al saggio dello stesso Guadagnini, contiene un testo della scrittrice e critica letteraria Francine Prose e una lunga intervista di Monica Poggi.

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