Carlo Naya. Fotografo e imprenditore


Stampa

Palazzo Loredan di Venezia, sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, accoglie fino al 29 luglio una mostra di fotografie di Venezia ottocentesca del fotografo e imprenditore Carlo Naya.

La mostra, curata da Carlo Montanaro e realizzata con la collaborazione di Antonello Satta e Francesco Barasciutti, testimonia una Venezia splendidamente e straordinariamente deserta, dato che la tecnologia della nascente fotografia a metà ‘800 non consentiva di fissare elementi in movimento.

Carlo Naya, Venezia

Le opere provengono dall’Archivio Carlo Montanaro e sono una campionatura esauriente dei molti modi in cui nei primi anni si è diffusa la fotografia, dalle riproduzioni di quadri celebri, ai paesaggi cittadini che sono andati in parte a sostituire le pitture o la grafica, “ricordi di Venezia” per i già molti visitatori stranieri tra il curioso e l’incantato. Con vari formati, dalle piccole ed economiche “carte de visite”, per arrivare agli imperiali, straordinarie stampe di grande formato che con doppie esposizioni e colorazioni monocrome diventarono i “chiari di luna”, la rievocazione romantica di una città senza tempo, oltre che una sorta di marchio di fabbrica di Naya e del suo staff, con a capo Tomaso Filippi. Ma non potevano mancare le “stereoscopie” visibili anche tramite la riproduzione in anaglifo, e le vedute spettacolarizzate come “il giorno e la notte” per aletoscopio, uno strumento inventato da Carlo Ponti, già amico e concorrente, e da Naya, seppur legittimamente, “copiato”. In mostra sono esposti anche materiali della biblioteca dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, e dagli archivi Mander, Stefanutti e Turio. Nato in Piemonte nel 1816, Naya Abitava in Campo San Maurizio a Venezia, dov’era situato anche il suo laboratorio, città aveva apprezzato da giovane pittore; diventato avvocato si era poi dedicato con il fratello all’immagine automaticamente riprodotta, per diventare il primo fotografo di dimensione industriale in una città anche in quel campo ricca di fermenti, presto sfociati in polemica competizione.

Share Button