Al Salone degli Incanti di Trieste è allestita, fino al 19 luglio, la mostra dedicata al Maestro olandese Maurits Cornelius Escher, artista sui generis che amava dire “lo stupore è il sale della terra”, al quale si deve il merito di aver amplificato le possibilità immaginative della grafica e aver donato lo stupore, appunto, a tutti coloro che hanno osservato e osservano la sua opera dove tutto è connesso: scienza, natura, rigore analitico e capacità contemplativa.
La mostra è promossa e organizzata dal Comune di Trieste, Assessorato alla Cultura e Gruppo Arthemisia con Generali Valore Cultura, in collaborazione con M. C. Escher Foundation, ed è curata da Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company e Federico Giudiceandrea, studioso esperto di Escher; è realizzata col supporto di PromoTurismoFVG, special partner Ricola e media coverage by Sky Arte.
La mostra è articolata in otto sezioni, con circa 200 opere: Opera giovanile, Paesaggi Italiani, Tassellazione, Struttura dello spazio, Metamorfosi, Paradossi geometrici, Lavori su commissione, Eschermania.
Partendo dalle opere di impronta art-noveau risalenti al periodo della formazione presso la scuola di Jessurun de Mesquita, la mostra pone l’accento sul periodo del viaggio italiano di Escher.
Ispirato e influenzato dall’arte a lui contemporanea e del passato, l’artista declina costruzione geometrica e rigore nel segno visionario della ricerca estetica più pura. Artista poliedrico e contemporaneo al suo tempo, fu però capace di anticipare intere correnti artistiche come quelle del Surrealismo e dell’Optical Art di cui può essere considerato un esponente ante litteram. Infatti, egli non trova solo nel mondo dei numeri, della geometria e della matematica l’unica chiave dar forma al suo universo creativo. Genio complesso che attinge a piene mani ai vari linguaggi fondendoli in un nuovo intrigante percorso, può, in questo senso, considerarsi un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi che emoziona sempre il grande pubblico.
L’arte di Escher, che le nuove tecnologie digitali sembrano rincorrere facendone propri i risultati, infatti, non accusa i segni del tempo, sebbene siano trascorsi quarantasette anni dalla scomparsa del suo ideatore.
Particolarità del percorso di mostra è la presenza, all’interno delle sezioni, di giochi ed esperienze che permettono di entrare nel meraviglioso mondo di Escher da protagonisti, ossia misurandosi attivamente con i paradossi prospettici, geometrici e compositivi che il grande artista pone in essere nelle sue opere.