«…”sarò sempre al tuo fianco” con queste parole piene di forza e di amicizia mi ha salutato Ezio nell’ultima videochiamata di due giorni fa. Lo so Ezio, me lo ripetevi continuamente… come mi dicevi sempre che avresti voluto trasferirti a Verona, città che amavi e dove in tantissimi ti vogliamo bene. A te, anima bella, che ci hai rapito con la tua intelligenza, la tua dolcezza, la tua lucidità, il tuo candore, il tuo coraggio…infinito. Amico mio, mi lasci in un oceano di dolore ma sei qui con me…al mio fianco», così ricorda la Sovrintendente e Direttore Artistico dell’Arena Cecilia Gasdia, e grande amica del compianto Maestro.
Torinese, classe 1971, Ezio Bosso si avvicinò alla musica sin da bambino, grazie ad una prozia ed al fratello musicista. A soli 16 anni il suo esordio in Francia in qualità di solista, e da lì è iniziato il suo grand tour per le orchestre di tutta Europa, oltre ad iscriversi all’Accademia di Vienna studiando Composizione e Direzione d’Orchestra. Numerosi i riconoscimenti che gli sono stati tributati, tra questi, per menzionarne solo alcuni: il Premio Flaiano d’oro, The green Room awards, una nomination al David di Donatello per le musiche di Il ragazzo d’oro, Il Riccio d’Argento e molti altri ancora, oltre alla cittadinanza onoraria del comune di Acireale, di Roma e per ulutim,a, nel 2020, quella di Busseto. Grande amico di Claudio Abbado, dopo la scomparsa del maestro, nel 2017 diventa testimonial della Chamber Orchestra of Europe di Claudio Abbado. Dal 2011 inizia però il suo calvario, prima con l’asportazione di una neoplasia, e successivamente col manifestarsi una malattia neurogenerativa , che nel 2019 lo costringe a smettere definitivamente di suonare facendogli perdere l’uso delle mani. Lo scorso 11 agosto 2019 il Maestro aveva celebrato il suo esordio all’Arena di Verona con una memorabile serata dedicata ai Carmina Burana, ed in occasione del suo debutto in Arena aveva raccontato: «È il palcoscenico dei sogni di amanti della musica e degli innamorati. Andare all’Arena è un gesto ricco di commozione, che fa la storia di chi c’è potuto essere e non è solo andare a un concerto, se ci pensate. Una responsabilità ancora più evidente per me, anche se la metto sempre in ogni cosa che faccio. E tanti veronesi lo sanno perché lo dissi senza remore nei miei concerti passati, è il sogno della mia mamma (e anche del mio papà). Perché Verona l’ha protetta negli anni della guerra. Quello che dissi fu: “se non ci fosse Verona, non sarei nato”. E l’Arena fu il primo regalo che potei fare insieme a mia sorella ai nostri genitori: farla tornare ad andare all’Arena dove non era potuta andare in quegli anni. E questo credo dica tutto, soprattutto la gratitudine che ci sarà in ogni gesto da direttore – e non solo – che vedrete in quei giorni. Quindi Grazie ancora Verona e grazie signora Gasdia e grazie Arena. Perché Verona è l’Arena e l’Arena è Verona. È proprio vero, i musicisti quando fanno tra di loro, esaudiscono desideri senza tempo».
Il direttore d’orchestra, compositore e pianista italiano Ezio Bozzo ci ha lasciati lo scorso 15 maggio 2020, nella sua casa di Bologna, a soli 48 anni. In un’intervista dell’agosto 2019 a “Sette” aveva dichiarato: «Oggi tutti parlano e nessuno sta a sentire. Bisogna fare silenzio per poter ascoltare. Un silenzio attivo, che ti aiuta a percepire non solo il suono ma anche te stesso, la tua anima. È la lezione di Claudio Abbado. Anche lui capace di trasformare la malattia in rinascita, il dolore in maggiore impegno, in urgenza del fare. Con grande pudore, ne abbiamo parlato alcune volte. In suo nome sostengo l’associazione Mozart14, presieduta da sua figlia Alessandra, che promuove laboratori musicali per i bimbi in ospedale, i detenuti in carcere. Musica spalancata, per loro soprattutto», e così,tutti noi, attraverso i suoi pensieri profondi, la sua peosia, la sua saggezza, e tutto quanto di bello, concreto e positivo ci ha lasciato, ricorderemo questo grande maestro con tristezza e nostalgia per la sua scomparsa, lascandoci incantare dalla sua musica immortale.
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