Miresi. Sguardi e Architetture. Berlino / Roma / Barcellona


Stampa

A Miresi, artista veronese, è dedicata una mostra dislocata in due sedi a Roma: Musei Capitolini, Centrale Montemartini, fino al 26 aprile, GAM Galleria d’Arte Moderna, fino al 19 aprile, che rientra nel progetto espositivo “From La Biennale di Venezia & Open to Rome. International perspectives”. La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con PDG Arte Communications, con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane; è curata da Claudio Crescentini, Paolo De Grandis e Carlotta Scarpa, con il coordinamento tecnico-scientifico di Arianna Angelelli e Barbara Nobiloni e con i Servizi museali di Zètema Progetto cultura.
Il progetto generale, attivato dalla Sovrintendenza Capitolina dal 2016, è dedicato alla presentazione negli spazi espositivi capitolini di alcune mostre/installazioni internazionali provenienti dall’Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia e da OPEN Esposizione Internazionale di Sculture e Installazioni, collegato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ricomposte e rimodellate site-specific appositamente per la capitale.

Miresi, Autoritratto con il berretto nero, 1992, olio su tela, cm 100×100

Miresi, che vive e lavora da oltre 20 anni a Berlino, alla Galleria d’Arte Moderna ha realizzato un’installazione di fotografie di volti, di sguardi europei, a colloquio con gli “sguardi” di marmo, bronzo e terracotta del chiostro delle sculture permanenti facenti parte della collezione d’arte del museo, mentre ai Musei Capitolini, Centrale Montemartini le architetture e nello specifico le archeologie industriali sono il tema dominante dell’esposizione.

Miresi vive e lavora a Berlino. La sua attività artistica prende forma e continuità metodologica agli inizi degli anni Ottanta, nel momento di revange della cultura pittorica aniconica. In particolare intorno al gruppo dei nuovi pittori astratti curati da Giorgio Cortenova, il quale, mediante le loro opere, traccia un panorama della giovane astrazione, controcorrente in quegli anni di trionfante figuratività. E Miresi si pone in luce, fin da subito, come protagonista di quelle nuove ricerche che rifiutano le teorie postmoderne. Dalla seconda metà degli anni Novanta la sua arte si dirige verso temi iconici al cui interno il suo linguaggio si espande in una serrata dialettica spazio-superficie; problematica che, iniziata con le esperienze astratte, trova oggi al suo interno la rivelazione dell’immagine di forme quotidiane e identificabili tramite la fotografia nel rapporto segnico continuo proprio con la pittura. Dal 2010 Miresi sviluppa la sua passione per la fotografia in un mix con la pittura, lavorando sempre più sul tentativo d’individuare una nuova icona contemporanea nell’utilizzo di diversi media. La sua produzione artistica si muove tra architetture e paesaggi urbani, inaspettatamente trasportata da un energico dinamismo: l’osservatore percepisce la passione con cui Miresi fissa le sue emozioni, soggiogata, ad esempio, dalla trasparenza della cupola del Reichstag di Berlino di Sir Norman Foster, dalle geometrie del Museo Ebraico di Liebeskind, dalla libera spazialità in cui si stagliano i grattacieli sulla Potsdamer Platz. Nel suo percorso artistico Miresi elabora l’idea di poter catturare, attraverso la pittura, la fotografia e la musica, un intero evento e non semplicemente un breve istante, così com’è la mostra di Roma, dove pittura e fotografia s’integrano in un rapporto aniconico fra Roma e Berlino.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *