Salvatore Arancio. Like a Sort of Pompeii in Reverse


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Alla Casa Museo Jorn, una sede del MuDA Museo Diffuso Albisola del Comune di Albissola Marina (SV), fino al 22 settembre prossimo è esposta la mostra personale di Salvatore Arancio (Catania, 1974) “Like a Sort of Pompeii in Reverse”, realizzata a cura di Luca Bochicchio, direttore artistico del Museo. La mostra è promossa dall’Associazione Amici di Casa Jorn, con il patrocinio del Comune di Albissola Marina e con il supporto di Semiose Gallery, Parigi.

Salvatore Arancio, Like a Sort of Pompeii in Reverse (detail), 2019, glazed ceramics. Courtesy: Casa MuseoJorn / MuDA, Albissola and Semiose Gallery, Paris. Ph Gianluca Anselmo

Salvatore Arancio giunge ad Albissola con un progetto inedito e site specific, pensato e realizzato in situ e dopo aver effettuato numerose visite di ricerca e diversi sopralluoghi a Casa Museo Jorn, affascinato dal labirinto di matrice situazionista che l’artista danese Asger Jorn ha creato tra il 1957 e il 1973 insieme all’amico e assistente Umberto (Berto) Gambetta.

Più di ogni altro aspetto o luogo della casa, Arancio è stato colpito dalle concrezioni polimateriche e pseudo-organiche realizzate da Jorn e Gambetta nel giardino, in cui ha intravisto non soltanto la poesia del gioco inventivo, ma il potenziale immaginifico e creativo di ciò che non si vede.

L’artista ha pertanto avviato una ricerca sperimentale, basata sulla modellazione dell’argilla direttamente sulle forme, sulle superfici e sui volumi del giardino, rilevandone plasticamente il negativo e ragionando su ciò che non si vede ma esiste solo in potenza.

In corso d’opera, durante le frequenti occasioni di confronto fra artista e curatore, è nato il titolo della mostra: “Like a Sort of Pompeii in Reverse” è infatti una citazione dal testo che Guy Debord scrisse nel 1972 per il libro di Jorn “Le Jardin d’Albisola”, realizzato da Ezio Gribaudo per le Edizioni d’Arte Fratelli Pozzo di Torino e pubblicato postumo nel 1974.

Arancio propone dunque la propria visione, che risulta avere più di un contatto con l’interpretazione del giardino di Jorn data da Debord. Quello che per Debord era il portato situazionista dell’esperienza architettonica di Jorn, per Arancio è la possibilità di immaginare le forme, i volumi e le superfici del giardino come calchi di uno spazio in divenire, matrici iniziali nate dall’indistinguibile azione combinata del tempo, del lavoro dell’uomo e del caso. Le sculture realizzate a partire da questo spunto vivranno prima un dialogo integrato agli spazi del giardino, dopodiché saranno sistemate all’interno dello studio, in appositi cabinets classificatori che si offriranno allo sguardo analitico del visitatore, come reperti archeologici di un universo immaginario invisibile.

La mostra è corredata da un catalogo bilingue (italiano e inglese), per la collana MuDA Books dell’editore Vanillaedizioni che comprende testi di Luca Bochicchio, Guy Debord e Paola Nicolin e del team di giovani curatori dell’Associazione Amici di Casa Jorn: Stella Cattaneo, Diego Drago, Daniele Panucci, Alessia Piva.

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