Straperetana 2019. La Luna è vicina


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Nella cittadina abruzzese di Pereto (AQ) si svolge la straperetana 2019 un progetto ideato da Paola Capata e Delfo Durante, a cura di Saverio Verini e col patrocinio dello stesso comune, che si ispira al tema “La luna vicina” e propone una collettiva, aperta fino al 10 agosto, con le opere degli artisti: Paola Angelini, Luca Bertolo, Chiara Camoni, Luca De Leva, Cleo Fariselli, Matteo Fato, Raffele Fiorella, Franca (Adelaide Cioni e Fabio Giorgi Alberti), Giuseppe Gallo, Paolo Icaro, Silvia Mantellini Faieta, Aryan Ozmaei, Pawel und Pavel, Gioele Pomante, Giuliana Rosso, Federico Tosi, Serena Vestrucci, Luca Vitone, le cui opere animano diversi luoghi di Pereto come vicoli, piazze, abitazioni dismesse e edifici storici, coinvolgendo l’intero borgo.

Serena Vestrucci, Ritagli di tempo, 2019, libro ritagliato, cm21x27,5×3,5 – Photo credits e courtesy Serena Vestrucci

L’edizione di straperetana di quest’anno, la terza, prende spunto dalla Luna riflettendo sulla condizione di isolamento (geografica e non solo) di Pereto; una condizione che si potrebbe definire “satellitare” rispetto ai grandi centri e che ci fa pensare a questo luogo come a un territorio eccentrico, inesplorato, con dei lati da scoprire, per certi versi remoto e misterioso, pur nelle dimensioni raccolte e nella relativa semplicità delle abitudini di chi lo abita. Tutto ciò ha fatto scattare l’associazione con la luna, per definizione luogo inavvicinabile ma al tempo stesso già toccato dall’uomo, per certi versi inospitale ma per il quale si sono ipotizzati tentativi di “colonizzazione” e addirittura di turismo.

Questa della Luna è una metafora che si sostituisce a Pereto come spazio d’intervento in cui immaginare le possibili condizioni di un allunaggio simbolico, l’idea di un percorso rarefatto, che possa evocare e comunicare un’esperienza intima come quella di una passeggiata sulla luna, senza tuttavia rinunciare a una sua vitalità.

Attraverso un percorso rarefatto le opere esposte cercano di evocare la condizione intima di un allunaggio, legandosi idealmente al celebre gesto dell’astronauta Charles Duke, che nel 1972, nel corso della missione Apollo 16, realizzò un celebre scatto con l’impronta dello stivale nel 1972, nel corso della missione Apollo 16, realizzò un celebre scatto con l’impronta dello stivale sul suolo lunare e, a pochi centimetri di distanza, una fotografia che ritraeva lo stesso Duke con la propria famiglia, posata volontariamente dall’astronauta. 

In questo senso, “La luna vicina” rappresenta dunque una traccia capace di fungere da collante tra i diversi lavori, evitando tuttavia di imbrigliarli e permettendo la coesistenza di poetiche eterogenee che si manifestano attraverso mezzi espressivi che vanno dalla pittura all’installazione, dalla fotografia alla scultura, dalla performance al video, su scala urbana così come in una dimensione più domestica.

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