Tony Cragg a Boboli


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Prosegue la proposta scultorea che la città di Firenze accoglie nel Giardino di Boboli, dove l’arte contemporanea si integra con storia e natura del prestigioso sito e, questa volta, sono le opere di Tony Cragg (Liverpool, 1949) che resteranno lì collocate fino al 27 ottobre a movimentare il paesaggio.

Tony Cragg, Industrial Nature, 2015, ph Michael Richter © l’artista

Questa mostra, curata da Eike Schmidt, Jon Wood e Chiara Toti, si compone di sedici opere disseminate nei luoghi più suggestivi del giardino, per raccontare gli ultimi venti anni del lavoro dell’artista, dal 1997 ad oggi. Con la loro imponente ma poetica presenza esse delineano un percorso di stupore e conoscenza, che fornisce una nuova chiave interpretativa non solo delle sculture stesse, ma anche dello spazio che le ospita. È come se le inaspettate presenze plastiche che ora spuntano d’un tratto negli spiazzi e sui prati del Giardino di Boboli rivelassero d’un tratto l’energia e l’insopprimibile forza sotterranea di queste colline, di questi scorci familiari e confortanti, ordinati da architetti e giardinieri nel corso dei secoli.

Il ruolo che Tony Cragg attribuisce alla scultura è questo: partendo da un’incessante e inquieta esplorazione della materia e della sua relazione con l’ambiente che ci circonda, emergono nuovi significati, sogni e linguaggi. 
Così, Geysers di acciaio brillante si stagliano contro il cielo di Firenze, dalla ghiaia e tra le siepi spuntano stalagmiti di bronzo di apparenza preistorica e giganteschi fiori di resina, grandi steli candidissimi, eruzioni collinari e forme ellittiche, intrecci colossali di immaginarie foreste fossili, colate di metallo che sussultano, si torcono e si ripiegano, colte nell’ultima fase molle prima di rapprendersi: le sculture monumentali di Tony Cragg propongono un dialogo inaspettato, tra associazioni e dissonanze, con l’ordinata natura del Giardino di Boboli e con il panorama della città, tra il loro tessuto storico stratificato, fragile e organizzato e la forza primordiale della materia scultorea. 

È questa la prima volta che un grande museo italiano dedica una mostra monografica a Tony Cragg e il Giardino di Boboli, con le sue meraviglie naturali, le opere d’arte antica e la sua struttura fortemente razionale, si rivela il teatro perfetto per questa mostra. Infatti il tema della scultura nel parco, centrale nella poetica dell’artista, include necessariamente forme ispirate alla natura e alla sua forza misteriosa, che Cragg crea per suscitare una reazione forte nell’osservatore, che sia di pura emozione o di interpretazione intellettuale.

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