Emiliano Mancuso. Una diversa bellezza. Italia 2003–2018


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Una mostra dedicata al lavoro del fotografo Emiliano Mancuso (Roma, 1971), scomparso prematuramente lo scorso anno, è allestita al Museo di Roma in Trastevere fino al 6 ottobre prossimo.

Emiliano Mancuso, Una diversa bellezza

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale -Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è prodotta e organizzata da Officine Fotografiche con Zona, PCM Studio, Postcart edizioni in accordo con la famiglia di Emiliano Mancuso, ed è realizzata con il supporto di Digital Imaging partner di Canon. La mostra è a cura di Renata Ferri che ha selezionato quattro differenti corpi di lavoro realizzati lungo l’arco di quindici anni in cui emerge un’umanità dolente, un’Italia ferita alla costante ricerca della sua identità in un perenne oscillare tra la conferma dello stereotipo e la cartolina malinconica. 
Emiliano Mancuso ha usato tecniche e linguaggi diversi: bianco e nero, colore, immagini digitali o analogiche. E le polaroid, importanti poiché nella loro immediatezza accompagnano il passaggio dell’autore dall’immagine fissa a quella in movimento che lo porterà, nell’ultima parte della sua vita, a essere regista. Senza abbandonare il suo terreno d’indagine, semmai amplificandolo grazie all’audio e al video, Emiliano Mancuso traccia un paese intessuto di microstorie, di esperienze che ci appaiono nude nella loro sincerità. 
In mostra saranno esposti i principali lavori di Emiliano Mancuso come, ad esempio “Terre di Sud” (2003-2008): un progetto fotografico sul Mezzogiorno che, nell’epoca della globalizzazione, si trova ancora a fare i conti con i vecchi termini della “questione meridionale”; “Stato d’Italia” (2008-2011): un viaggio lungo tre anni attraverso l’Italia, alla ricerca di storie, cronache e volti della crisi economica e sociale: gli sbarchi di Lampedusa, Rosarno e la rivolta dei braccianti africani, i ragazzi di Taranto assediati dai fumi delle acciaierie Ilva; “Il Diario di Felix” (2016): è un lavoro realizzato a Casa Felix, la casa famiglia di Roma dove vengono ospitati sia minori del circuito penale che scontano misure alternative al carcere, sia minori civili. “Il Diario di Felix” racconta l’ultimo anno di permanenza all’interno della struttura di un gruppo di otto ragazzi; “Le Cicale” (2018, co-regia di Federico Romano): è un viaggio intimo della vita di quattro persone, già andate in pensione o in procinto di andarci, e il loro barcamenarsi per riuscire ad avere delle condizioni di vita dignitose nonostante una vita di lavoro. 
In totale sono esposte circa 150 fotografie e i differenti capitoli in cui essa è suddivisa sono introdotto dai testi di Lucia Annunziata, Domenico Starnone e di Mimmo Lombezzi, oltre che della curatrice Renata Ferri. 

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