Palazzo Ducale di Genova accoglie, fino al 3 novembre prossimo, una mostra dedicata ad Emanuele Luzzati che mette in luce la fantasia, l’ingegno e la joie de vivre che caratterizza l’uomo e l’artista, in un percorso tematico e biografico.
Infaticabile, intenso e poliedrico Emanuele Luzzati (Genova,
1921 – 2007) è stato un artista abile e colto, capace di usare con maestria
ogni tipo di materiale: dalla ceramica alla carta, dai tessuti
all’illustrazione. È stato scenografo, cartellonista, illustratore, pittore,
ceramista, autore di pluri-premiati e raffinati cartoni animati.
Costretto a rifugiarsi a Losanna nel 1940 a causa delle Leggi Razziali, Luzzati
ebbe modo di essere a contatto con le correnti artistiche più vivaci e
interessanti del primo Novecento. Picasso, Paul Klee e il Teatro Russo sono
solo alcuni dei modelli artistici di riferimento durante gli anni di studio
all’Ecole des Beaux-Arts de Lausanne, che si riflettono molto nella produzione
di questo periodo. È in questi anni che si sviluppa anche la passione per il
teatro, e una volta rientrato in Italia alla fine della guerra, firmerà la
prima scenografia per Lea Lebowitz di Alessandro Fersen nel 1947.
A partire dagli anni Cinquanta si afferma come scenografo, collaborando con i
più importanti teatri nazionali come La Fenice di Venezia, La Scala di Milano,
il Teatro Stabile di Genova. Nella sua lunga carriera Luzzati ha firmato fino a
400 scenografie per spettacoli teatrali, per il balletto e la lirica,
utilizzando le tecniche più diverse: collage, disegno, pastello, china, matita
e pennarello.
Nel 1968 inizia un lungo sodalizio con Tonino Conte ed insieme a lui e ad Aldo
Trionfo fonda a Genova il Teatro della Tosse, di cui rimarrà direttore
artistico per oltre trent’anni realizzando moltissimi spettacoli, tra cui Nel
Campo dei Miracoli o il Sogno di Pinocchio, premio Ubu per la scenografia nel
1995.
Il genio creativo di Luzzati non conosce confini, e spazia con maestria
dall’attività di scenografo e costumista agli arredi urbani e per le navi da
crociera, alla ceramica (in particolare il Pozzo della Garitta di Albissola,
frequentato anche da altri artisti come Lucio Fontana e Wilfredo Lam),
all’illustrazione e al cinema di animazione, ricevendo ben due nomination agli
Oscar per i film La gazza ladra nel 1965 e Pulcinella nel 1973.
La ricchezza del suo mondo fantastico, il suo stile immediato e fortemente
espressivo lo hanno reso uno degli artisti più amati e ammirati del nostro
tempo.