Giappone. Terra di geisha e samurai


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 “Giappone. Terra di geisha e samurai”, è la mostra allestita alla Casa dei Carraresi di Treviso fino al 30 giugno prossimo; è curata da Francesco Morena ed è prodotta da ARTIKA, con la collaborazione di Fondazione Cassamarca e il patrocinio della Città di Treviso.

Yoshu Chinkanobu, Passatempi di beltà femminili in un giorno nevoso, trittico di xilografie policrome in formato oban, cm35,5×70,5, firmata Il pennello di Yoshu Chikanobu, 1838-1912

La mostra propone uno spaccato delle arti tradizionali dell’arcipelago estremo-orientale attraverso una selezione di opere databili tra il XIV e il XX secolo, tutte provenienti dal fondo privato di Valter Guarnieri, collezionista trevigiano che ha creato nel corso degli ultimi decenni una raccolta molto vasta per materiali, tecniche di realizzazione e soggetti iconografici.
Il percorso si sviluppa per aree tematiche, approfondendo da un lato i molteplici aspetti relativi ai costumi e alle attività tradizionali del popolo giapponese, dall’altro creando dei focus sulle peculiarità e sulla storia della collezione.
L’inizio del percorso è dedicato al binomio Geisha e Samurai, ossia alla beltà femminile così come la intendiamo noi, con volto ovale cosparso di cipria bianca, abiti elegantissimi e modi cadenzati e alla classe militare.
Dal mondo degli uomini a quello, affollatissimo, degli dei, sintesi di credenze autoctone e influenze provenienti dal continente asiatico, di cui il Buddhismo, in particolare, ha permeato profondamente il pensiero giapponese, soprattutto nella sua variante dello Zen, che in questa sezione è testimoniata da un gruppo di dipinti nel formato del rotolo verticale raffiguranti Daruma, il mitico fondatore di questa setta.
Segue il tema che tratta la quotidianità del popolo giapponese: dalle attività di intrattenimento come il teatro Kabuki, dall’utilizzo del kimono alla predilezione degli artisti nipponici per la micro-scultura, di cui è esposto un esempio nel nucleo di accessori legati al consumo del fumo di tabacco.
Sono qui rappresentate anche le storie tradizionali e i temi legati alla letteratura, diventate raffinati soggetti di dipinti.
Una sezione importante è riservata al rapporto tra i giapponesi e la natura, che nello Shintoismo, la dottrina filosofica e religiosa autoctona dell’arcipelago, è espressione della divinità. Questa relazione privilegiata con la Natura viene qui indagata attraverso una serie di dipinti su rotolo verticale, parte dei quali realizzati tra Otto e Novecento, agli albori del Giappone moderno.
Con l’apertura verso il mondo occidentale cambia lo scenario che vide molti artisti adottare tecniche e stili stranieri e molti artigiani a produrre opere destinate agli acquirenti forestieri.
Tra le forme d’arte inedite per il Giappone di quei tempi, la fotografia d’autore occupa senz’altro un posto d’elezione. Gli stranieri che visitavano l’arcipelago molto spesso acquistavano fotografie per serbare e condividere un ricordo di quel paese misterioso e bellissimo. È il caso dello sconosciuto che acquisì il nucleo esposto in mostra, il quale annotò in lingua spagnola, a margine delle fotografie, le descrizioni dei luoghi e delle attività raffigurate nei suoi scatti.
L’ultima sala è riservata ad una delle forme d’arte più complesse e insieme più affascinanti del Giappone, la scrittura e in mostra sono esposti grandi paraventi ornati di potenti calligrafie che concludono il percorso espositivo.

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