Gauguin e gli Impressionisti


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Berthe Morisot, Ragazza sull’erba (Mademoiselle Isabelle Lambert), 1885, olio su tela cm 74×60, Inv nr.251, WH-Fotograf Anders Sune Berg.

A Padova, al Palazzo Zabarella, è aperta al pubblico fino al 27 gennaio 2019, la mostra dedicata a “Gauguin e gli Impressionisti”, organizzata da Ordrupgaard, Copenaghen, Fondazione Bano e Comune di Padova e realizzata a cura di Anne-Birgitte Fonsmark.

La mostra è itinerante e propone dipinti di Cézanne, Degas, Gauguin, Manet, Monet, Berthe Morisot, Renoir, Matisse provenienti dalla Collezione del Museo danese Ordrupgaard.

Questa Collezione è stata creata ai primi del Novecento dal banchiere, assicuratore, Consigliere di Stato e filantropo Wilhelm Hansen e da sua moglie Henny e oggi è considerata una delle più belle raccolte europee di arte impressionista.
Hansen conobbe la nuova pittura francese in occasione del suo primo viaggio d’affari a Parigi nel 1893, dopo il quale compì metodiche visite al Salon, alle gallerie e ai musei. Da queste frequentazioni maturò, nel 1915, il progetto di creare una collezione di arte francese all’altezza della sua collezione danese. In soli due anni, dal 1916 al 1918, Hansen riuscì a creare, grazie anche agli avveduti consigli di uno dei più importanti critici d’arte del momento, Théodore Duret, una collezione che il suo collega collezionista svedese Klas Fåhræus avrebbe descritto come la “migliore collezione impressionista al mondo”.
Per finanziare l’acquisto di opere d’arte, Hansen creò un Consorzio, nel quale coinvolse amici facoltosi, interessati a portare in Danimarca la nuova arte francese e in particolare gli Impressonisti, gli artisti che li hanno preceduti, i loro due successori, Cézanne e Gauguin.
Nell’immediato dopoguerra, il Consorzio acquistò intere importanti collezioni e singole opere d’eccezione, come, ad esempio, nella primavera del 1918, riuscì ad investire oltre mezzo milione di franchi per comperare opere offerte nelle aste della tenuta di Degas.
Per la Collezione, Hansen costruì una nuova Galleria dove, una volta la settimana, il pubblico poteva ammirare le sue 156 opere, che spaziavano dalle tele neoclassiche e romantiche, con David e Delacroix, al realismo e all’impressionismo, al post-impressionismo con Cézanne e Gauguin, e infine Matisse come il primo dei fauve.
Nel ’22, la Landmandsbanken (la banca danese degli agricoltori), a quel tempo la più grande banca privata del paese, fallì e trascinò nel suo fallimento anche il finanziere e collezionista che, per evitare il tracollo, decide di svendere i suoi quadri francesi.
Poi la ripresa e, con essa, la decisione di ricostituire la Collezione.
Tra le nuove acquisizioni c’erano il “Ritratto di George Sand” di Delacroix, una “Marina a Le Havre” di Monet, “Il Lottatore” di Daumier, e poi il “Capriolo nella neve” di Courbet.
L’ultimo acquisto fu di un piccolo pastello di Degas, raffigurante una ballerina che si chinava per aggiustarsi la scarpetta.

Alla fine delle varie avventure e disavventure della Collezione, la moglie di Hansen la donò allo Stato della Danimarca.

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