I Papi dei Concili dell’era moderna. Arte, Storia, Religiosità e Cultura


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I Papi dei Concili dell’era moderna

In occasione della canonizzazione di Paolo VI, annunciata da Papa Francesco per il prossimo mese di ottobre, si è aperta ieri e rimarrà esposta fino al 9 dicembre prossimo nelle sale terrene dei Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori, la mostra “I Papi dei Concili dell’era moderna. Arte, Storia, Religiosità e Cultura”. Essa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; è ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura presieduto da Giuseppe Lepore con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura; è curata dal Bibliotecario di S.R.C. Arcivescovo Jean-Louis Bruguès, dall’Arcivescovo Agostino Marchetto, Nunzio Apostolico e storico dei concili e da Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano. Coordinatore e curatore del catalogo (Gangemi Editore) è Antonio D’Amico.

La mostra è composta da 30 opere tra dipinti, sculture, argenti e tessuti liturgici rari e preziosi e illustra le figure di alcuni tra i pontefici che sono stati protagonisti dei tre concili dell’era moderna, il Concilio di Trento, nel Cinquecento, il Concilio Ecumenico Vaticano I e il Vaticano II, tra Ottocento e Novecento.

Il percorso si apre con una panoramica sui protagonisti del Concilio di Trento, a partire da Paolo III Farnese, del quale sono presenti due ritratti, uno di Jacopino del Conte, eseguito nel 1545, e l’altro di Cesare Fratino realizzato a distanza di secoli, nel 1949.

Per la storia dell’arte, quello di Trento fu un concilio significativo in quanto il documento numero 25 delle costituzioni, redatto dall’acuta mente del cardinale di Bologna Gabriele Paleotti, comprendeva una serie di precise indicazioni rivolte agli artisti, dalle quali era necessario non transigere. In pittura emersero figure di santi e sante martiri che divennero oggetto di catechesi, tra cui santa Apollonia martire raffigurata, tra gli altri, da Federico Barocci, pittore interprete delle direttive conciliari, del quale in mostra è esposto per la prima volta un inedito dipinto in cui la santa è collocata in un paesaggio e domina la scena a figura intera. Altro pontefice coinvolto nel Concilio di Trento, soprattutto per l’indizione dell’indice dei libri proibiti, fu Marcello II del quale vi è un

affascinante ritratto in vesti cardinalizie di Jacopino del Conte. Mentre di Giulio III, vi è la bella e rara terracotta colorata proveniente dai depositi di Villa Giulia.

Bisognerà attendere tre secoli per giungere alla convocazione del Concilio Ecumenico Vaticano I voluto da Pio IX nel 1869. In mostra l’imponente Proclamazione del Dogma dell’Immacolata

Concezione eseguito nel 1856 da Francesco Podesti, dipinto proveniente dalla Pinacoteca Civica di Ancona. Dalla Città del Vaticano, custoditi dall’Ufficio Celebrazioni Liturgiche nella Sacrestia del Pontefice, arrivano due preziosi manufatti come il raffinato Triregno e la Croce processionale con la quale Pio IX aprì il Concilio.

Nel 1962 papa Giovanni XXIII, del quale in mostra c’è il celebre discorso alla Luna e il Volto in bronzo di Giacomo Manzù, dichiarava aperto il Concilio Ecumenico Vaticano II. Questo Concilio vide protagonista un altro papa, Paolo VI, il quale volle chiudere l’evento conciliare con una lettera agli artisti, letta in Cappella Sistina l’8 dicembre 1965. Dalla Collezione Paolo VI di Concesio a Brescia arrivano il ritratto a figura intera di Paolo VI in abiti pontificali eseguito da Dina Bellotti e la scultura in bronzo del pontefice di Enrico Manfrini, mentre dalla Sacrestia del pontefice proviene la preziosa Mitra con ricami a fili d’oro.

Questa mostra, che nasce e si sviluppa nell’ambito di una collaborazione pluriennale tra i Musei Capitolini e il Centro Europeo per il Turismo e la Cultura, è un’occasione rara di riavvicinare la personalità e la storia dei grandi Vescovi di Roma legati nella memoria ai Concili Ecumenici dell’era moderna. Un percorso espositivo che si snoda tra arte, fede e spiritualità, mettendo in evidenza la bellezza di diversi manufatti d’arte provenienti dalla Città del Vaticano, da vari musei italiani e da collezioni private.

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