Man Ray


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La mode au Congo1937 (new print 1981), Stampa fotografica in bianco e nero, 30x22 cm, Collezione privata, Courtesy Studio Marconi ’65

La mode au Congo1937 (new print 1981), Stampa fotografica in bianco e nero, 30×22 cm, Collezione privata, Courtesy Studio Marconi ’65

Allo Studio Marconi ’65 di Milano, in ambito al Photo Vogue Festival, da domani, 22 novembre e fino al 28 gennaio 2017, è esposta una selezione di fotografie di Man Ray (Philadelphia 1890 – Parigi 1976), grande innovatore e sperimentatore del XX secolo.

Sono esposti in mostra gli scatti eseguiti negli anni Trenta a Parigi, alcune new print di negativi originali della raccolta “Femmes”, e della serie “Mode au Congo”, realizzata nel 1937.

Le immagini del portfolio “Femmes”, pubblicato da Studio Marconi nel 1981, raffigurano donne in pose sensuali ed eleganti, ritratte a figura intera o a mezzo busto oppure sono incentrate sul volto, sulla testa che, come spiega lo stesso Man Ray, è la sintesi totale e sensuale dell’identità e del corpo.

La serie “Mode au Congo” nasce invece nel 1937 quando a Man Ray viene chiesto di eseguire delle fotografie di cappelli. L’artista-fotografo accetta, a condizione di poter scegliere egli stesso i copricapo. Ha così l’idea di fotografare le sue modelle con in testa oggetti d’uso comune, come un cestino per il pane, un centrino, un piumino per la polvere e fantasiose creazioni a mo’ di basco, corona o cappello da giullare decorate di perline o conchiglie. Il risultato è particolarmente originale poiché le fotografie, pur seguendo un preciso codice, nelle pose volutamente snob e sofisticate delle modelle, lasciano trasparire la sottile ironia dell’autore.

L’intento è quello di negare la visione della moda come rappresentazione dell’effimero e del transitorio (ad ogni stagione gli stilisti presentano nuove collezioni che “annullano” quelle precedenti) e di ribaltare il punto di vista sottolineando la storicità del fenomeno. Ecco allora apparire in alcuni scatti riferimenti evidenti a certe raffigurazioni egizie, in cui la modella è ritratta di profilo o di tre quarti, e dove il cappello è utilizzato con lo scopo di mettere in evidenza la direzione delle linee compositive, in modo da entrare a far parte del gioco strutturale dell’immagine.

Tutte le stampe fotografiche esposte, prevalentemente new print in bianco e nero, provengono da negativi originali ristampati in epoche diverse.

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