Realismo, Neorealismo e realtà


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Carlo Cosulich, Nave in disarmo, 1953

Carlo Cosulich, Nave in disarmo, 1953

Al MEF, Museo Ettore Fico di Torino, dal 28 ottobre al 29 gennaio 2017, è presentata la prima di tre mostre che presenteranno al pubblico una fra le più importanti raccolte internazionali di fotografia vintage: la collezione Guido Bertero. Da Berengo Gardin a Giacomelli, da Migliori a Patellani, fino a Ghirri e Fontana, senza dimenticare i “paparazzi” come Secchiaroli, la collezione racconta la storia dell’Italia, fra società e costume, nel secolo scorso. Un fondo di oltre 1500 opere costruito negli anni con coerenza, lungimiranza e acume critico e che, fin dall’inizio, ha equiparato i fotografi italiani a quelli internazionali come Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Paul Strand e Walker Evans. La mostra racconta in dieci sezioni i cambiamenti sociali, economici e di costume che hanno riguardato il nostro Paese dagli anni Trenta al Sessantotto. Un grande affresco visivo, costituito da 261 scatti d’epoca, che ritrae un’Italia nel suo epocale cambiamento. Sono gli anni delle migrazioni da sud a nord, della ricostruzione del Dopoguerra e del boom economico. Anni di fondamentale importanza che hanno ridefinito il carattere e l’identità di una nazione frammentata dalla guerra e dalle differenti realtà culturali. Oggi più che mai, possiamo rileggere questa storia come un percorso non concluso, dove le etnie sono mutate ma le istanze, le problematiche e le urgenze restano le stesse. Gli esodi, le trasformazioni urbanistiche, il cambiamento religioso, l’evoluzione culturale e quella economica, ieri come oggi, sono stati un problema nevralgico per il nostro Paese che risulta ancora come luogo di passaggio, di transito, di spostamenti e di inneschi di popoli che, in un continuo anelito di pace e di bisogno di benessere, utilizzano l’Italia come luogo di passaggio verso quel “sogno” che è racchiuso in una sola parola: libertà. Un periodo d’oro dell’arte, della letteratura, del design, della moda e della fotografia italiana con cui l’Italia si impose nell’immaginario collettivo internazionale. Un processo messo in atto proprio dai linguaggi “neorealistici” della fotografia e nel cinema da registi come Rossellini, De Sica, Visconti, Germi, Castellani e Lattuada e da fotografi come De Biasi o Migliori. In mostra il racconto del cambiamento della Sicilia di Enzo Sellerio, della Puglia di Mario Giacomelli, dell’Emilia di Nino Migliori fino ai ritratti dei braccianti di Fosco Maraini e ai minatori di Federico Patellani. La mostra, come il catalogo di accompagnamento che riproduce fedelmente i 261 scatti esposti, è suddivisa in dieci sezioni a cui è stato dato un titolo evocativo o direttamente desunto da quelli cinematografici o letterari dell’epoca. Una breve nota introduttiva racconta la scelta che si è voluta operare sia da un punto di vista formale ed estetico che da uno puramente sociologico e antropologico.

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Informazioni su Anselmo Villata

Caporedattore dell'Agenzia Stampa Verso l'Arte, Vice Presidente Internazionale dell'Associazione Internazionale dei Critici d'Arte, Docente presso la 24Ore Business School e presso la Giunti Academy, Curatore, Critico d'Arte, Saggista, Cultural manager e Cultural planner orientato alla promozione e alla valorizzazione dei Beni Culturali con un'ottica all'interdisciplinarità e alle collaborazioni internazionali.

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